“Nell’ultima settimana abbiamo sequenziato circa undicimila tamponi, provenienti da tutto il sud Sardegna, la metà dei quali appartiene a persone che hanno tra i dodici e i trent’anni”. I dati choc arrivano dalla stanza principale del laboratorio Analisi del Policlinico di Monserrato, diretto da Nando Coghe. Da mesi, insieme al suo team di lavoro, Coghe è alle prese col sequenziamento dei tamponi. E l’età dei positivi, anche nel Cagliaritano, si è drasticamente abbassata: “Parliamo di una grande fascia di giovani. La loro positività è legata a due motivi: non sono vaccinati e frequentano ambienti affollati senza indossare la mascherina o avere un minimo di precauzioni. E bisogna tener conto”, avvisa Coghe, “che il nostro report non è necessariamente completo, in quanto ci sono anche le persone che finiscono in quarantena perchè entrati in contatto con un positivo, e che quindi vengono ‘privilegiati’ rispetto ad altri”. E la parola d’ordine è una: “Vaccinate i ragazzi”. Facile a dirlo, forse un po’ più difficile a farlo fare a quelle famiglie che non si fidano del vaccino e che, magari, dicono “i bambini non si toccano”. Coghe è netto: “Certo, i bambini non si toccano. Vacciniamoli, così non saranno toccati dal virus”.
Anche nei giovanissimi, infatti, il Covid “può determinare gravi condizioni di salute. Finiscono in ospedale anche i bambini, è necessario proteggerli non solo col distanziamento e i dispositivi di protezione individuale, ma anche con i vaccini. Tra un mese riaprono le scuole”, ricorda il direttore del laboratorio del Policlinico monserratino, “chi ottiene la prima dose oggi può avere la seconda tra un mese, in tempo per la ripresa delle lezioni. Se, invece, un giovane si vaccina tra un mese, è chiaro che per i successivi trenta giorni rimarrà comunque scoperto, in parte”. Coghe dice la sua anche sull’ipotesi di una terza dose del vaccino anti Covid: “Sarà verosimilmente necessaria, soprattutto sui più fragili e sul personale più esposto. Attendiamo indicazioni dal ministero, è più che altro un ‘problema’ della dinamica del vaccino, come altri vaccini è possibile che si debbano fare tre o più dosi. E, in futuro, magari fare una ‘dose aggiustata’ con un nuovo vaccino, modificato, per le varianti. In Sardegna predomina, ormai, quella Delta. Tutti i contagi nell’Isola”, precisa ulteriormente Coghe, “sono ascrivibili alla variante Delta, ormai diventata padrona del campo”.











