Il cartello con la scritta “cessata attività” è messo bene in vista già da qualche giorno. Impossibile non notarlo, in quella che è la strada-cartolina di Cagliari, via Roma. Dopo trentasei anni chiude anche il negozio di calzature Idhia, aperto nel 1984 da Andrea Giglioli. Il 31 gennaio, le serrande si abbasseranno per sempre, e un’altra attività commerciale storica sparirà dal capoluogo sardo. E il Covid, purtroppo, c’entra. Tra mesi di chiusura e affari a picco, ha infatti rappresentato il colpo di grazia: “Sarei rimasto aperto per altri cinque o dieci anni, ma se ti viene a mancare un fatturato di centomila euro perché non vendi, e hai anche pagamenti da affrontare, e l’aiuto del Governo sono solo settemila euro, andare avanti è impossibile”, spiega Giglioli, sessantadue anni. “Tre dipendenti andranno a casa, avranno la cassa integrazione. Siamo rimasti chiusi da febbraio 2020 e abbiamo potuto riaprire solo il 18 maggio, alle porte dell’estate, ma perdendo tutte le vendite primaverili. E in tutta la primavera non ci sono stati matrimoni, io vendo anche calzature per uomo e per donna per questi eventi. La pensione? La prenderà quando avrò sessantasette anni”, osserva, sconsolato, Giglioli.
Il Covid ha dunque dato “la mazzata finale. Poi, è venuta a mancare anche la continuità familiare, i miei figli non sono interessati a portare avanti l’attività e, con la situazione economica tragica che si è venuta a creare per colpa del virus, ho deciso di prendere la palla al balzo”. L’ultima speranza di Andrea Giglioli è che qualcuno possa decidere di prendere in affitto il locale: “Lo spero, anche per proporre altro, non necessariamente per vendere scarpe. Purtroppo, lascio un’azienda in perdita, nel 2020, con incassi in calo nemmeno lontanamente paragonabili al 2019 e al 2018”.









