Il batterista Jim Black protagonista a Nuoro con una masterclass

Seminario Jazz


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Giornata nel segno di Jim Black, domani (mercoledì 28) a Nuoro, per il venticinquesimo Seminario jazz coordinato da Paolo Fresu.

Il batterista americano, nome di spicco del jazz “di confine”, è il protagonista della masterclass internazionale che impreziosisce l’offerta didattica di ogni edizione dei corsi organizzati dall’Ente Musicale di Nuoro: un appuntamento che ha visto avvicendarsi negli anni jazzisti del calibro di Dave Liebman, Steve Lacy, Ralph Towner, Miroslav Vitous, Sheila Jordan, Airto Moreira, Uri Caine e il compianto “Butch” Morris (scomparso lo scorso gennaio), fra gli altri.

Jim Black comincia alle 15 la sua masterclass di tre giorni (andrà avanti fino a venerdì 30) alla Scuola Civica di Musica “Antonietta Chironi” (in via Mughina). Poi, in serata, è atteso in concerto a partire dalle ore 21 nel cortile della casa natale di Grazia Deledda per la rassegna Jazz a Nuoro che accompagna il Seminario: ad affiancarlo sul palco il giovanissimo pianista austriaco Elias Stemeseder (ventitré anni da compiere a ottobre) che, con il bassista Thomas Morgan, fa parte del Jim Black Trio (e che il pubblico di Nuoro Jazz potrà apprezzare anche in un piano solo al Museo MAN, giovedì alle 19).

Classe 1967, Jim Black è uno dei maggiori esponenti di quella generazione di musicisti che hanno portato il jazz nel ventunesimo secolo, oltre a essere uno dei batteristi più influenti del nostro tempo nonché leader della cult band AlasNoAxis con i suoi collaboratori di lunga data Chris Speed, Hilmar Jensson e Skúli Sverrisson. Basata su un approccio virtuosistico ma molto personale al jazz drumming, la sua estetica si è ampliata per includere ritmi balcanici, modalità rockeggianti e paesaggi sonori elettronici. Apprezzato per la sua straordinaria tecnica e le concezioni innovative, ciò che di Jim Black affascina di più molti ascoltatori è quella sensazione incessante di gioia e di invenzione che porta nelle sue performance.

Cresciuto a Seattle, a fianco dei futuri colleghi Chris Speed, Andrew D’Angelo e Cuong Vu, nel 1985 si è trasferito a Boston, dove ha studiato alla Berklee School of Music e dove ha formato il collettivo Human Feel con Speed e D’Angelo alle ance e il chitarrista Kurt Rosenwinkel, attirando presto l’attenzione degli addetti ai lavori. Col trasferimento a New York, nel 1991, Jim Black e gli altri membri dello Human Feel hanno contribuito a vitalizzare il panorama musicale attorno alla Knitting Factory. In quei primi anni Novanta il batterista ha assunto un ruolo di primo piano in alcuni dei gruppi più acclamati dalla critica, come i Bloodcount di Tim Berne, il trio di Ellery Eskelin, e il Dave Douglas Tiny Bell Trio coi quali gira il mondo in tour e registra, così come con artisti del calibro di Uri Caine, Satoko Fujii e Laurie Anderson. Dalla metà degli anni Novanta, Jim Black ha giocato un ruolo importante nella definizione di nuove sonorità e tecniche nel contesto del jazz creativo. Come membro del gruppo Pachora (con Speed, Sverrisson, e il chitarrista Brad Shepik) è stato uno dei leader nello studio e nell’adattamento della musica balcanica in ambito jazzistico. E’ stato anche un innovatore nell’uso dell’elettronica nell’improvvisazione, colmando il divario tra improvvisazione elettro-acustica e le tradizioni più strettamente jazzistiche.


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