A tre anni dalla guerra del latte, “almeno quella l’abbiamo vinta, oggi ce lo pagano 1,40 euro al litro”, i pastori della Sardegna sono pronti a una nuova protesta. Giovedì prossimo marceranno su Cagliari e raggiungeranno la via Roma, per protestare davanti al Consiglio regionale. La decisione è stata presa nell’assemblea, infuocata, che si è svolta a Tramatza, alla quale hanno partecipato un migliaio di persone. Che, per alzata di mano, all’unanimità, hanno anche chiesto “le dimissioni dell’assessora regionale dell’Agricoltura, Gabriella Murgia”. La rabbia è tanta, come spiega il portavoce Gianuario Falchi: “I fondi europei, 115 milioni, sono spariti, ci sono stati tagliati dalla Regione. Ci avrebbero permesso, per i prossimi cinque anni, di fronteggiare i rincari dei mangimi, dei concimi e delle bollette di luce e acqua. Erano fondi fondamentali, allo stato attuale non potremo affrontare una nuova stagione di mungitura”. Il latte sardo rischia quindi di scomparire, o quasi, tra pochi mesi. I pastori sono pronti a bloccare tutte le attività non per protesta, ma per impossibilità a sostenere i costi di produzione: “Un quintale di concime è passato da 40 a 140 euro, la stessa quantità di mangime da 20 a cinquanta euro”, prosegue Falchi.
“La Regione deve trovare nuovi fondi per aiutarci. Siamo un’Isola e ogni importazione o esportazione ha costi nettamente maggiori rispetto al resto d’Italia. Ci appelliamo anche all’Europa, vogliamo essere tutelati e avere ciò che ci spetta. Migliaia di famiglie sono sull’orlo del fallimento, continuare a lavorare in perdita è impossibile”.











