Due visite importanti, “una endogastroduendoscopia e una colonscopia”, alle quali si deve sottoporre un sessantatreenne di Gonnosfanadiga, Leonardo Pili. Le prime date libere a disposizione per incontrare i dottori e sottoporsi ai due esami, però, non sono proprio dietro l’angolo: “Prima di settembre nulla da fare”. A parlare è la figlia dell’anziano, Amelia. Dopo aver ricevuto la telefonata con la quale il padre le ha comunicato un’attesa, nei fatti, di otto mesi, si è messa a navigare su internet per cercare di trovare qualche soluzione: “Mio padre è stato all’Assl di Guspini, lì gli hanno comunicato che le prime date libere sono solo alla fine dell’estate e, sconsolato, non ha nemmeno chiesto in quali ospedali. Potremmo farle a pagamento, ma partirebbero all’incirca quattrocento euro. È una beffa”, tuona la trentenne, “papà è stato colpito da un infarto lo scorso maggio ed ha dovuto lasciare il suo posto di lavoro, vendeva mobili. Gli è stata riconosciuta un’invalidità del settantacinque per cento e prende, spicciolo più spicciolo meno, trecento euro al mese di pensione. È anche diabetico e soffre di anemia. Alla fine, saremmo costretti a pagare per queste due visite, togliendo i soldi pure da sotto i sassi. Non siamo mica ricchi, anzi”, osserva la giovane.
“Sono costretta a pagarmi di tasca mia anche tutte le visite di controllo per mio figlio, pur di non aspettare mesi e mesi. Venerdì scorso ho cercato di contattare tutta la mattina il Cup dell’Assl, ma il numero di telefono era sempre e inesorabilmente occupato. Con la salute non si scherza. Non è per niente giusto che i cittadini debbano pagare fior di quattrini se non vogliono aspettare i tempi, a volte vergognosi, della sanità”.











