Una storia macabra, resa ancora peggiore dalle motivazioni che ci sono dietro tanta violenza.
Un giovanissimo ragazzo egiziano, Mahmoud Sayed Mohamed Abdalla, di soli 18 anni, era stato ritrovato senza vita nei giorni scorsi in mare tra Santa Margherita e Portofino, con la testa e le mani mozzate e coltellate al costato. Secondo quanto riportato dall’AGI, però, i colpevoli di tanta efferatezza avrebbero confessato tutto già nel pomeriggio di ieri durante un lungo interrogatorio. Dopo giorni di indagini serrate, gli inquirenti avevano già circoscritto le ricerche dopo che le telecamere avevano ripreso prendere un taxi con una grossa valigia Abdelwahab Ahmed Gamal Kamel e Mohamed Ali Abdelghani, i due egiziani proprietari della barberia a Sestri Levante dove il 18enne lavorava. Episodio che coincide perfettamente col giorno della scomparsa del giovane barbiere, domenica scorsa. Un omicidio nato dopo una lite e per, sembra, futilissimi motivi. Pare infatti che il diciottenne volesse andare a lavorare altrove ma era troppo bravo, secondo i suoi datori di lavoro, per permettergli di andare via. La confessione dei due assassini comunque non è ancora del tutto chiara. Kamel Abdelwhab detto ‘Bob’ scarica la colpa dell’omicidio sul suo dipendente, Mohamed Abdelghani detto ‘Tito’. Sarebbe stato Tito a colpire con tre coltellate Abdalla, e Bob lo avrebbe coperto e aiutato solo perché Tito aveva minacciato lui e la sua famiglia.
In questi giorni gli inquirenti avevano già perquisito il negozio dei due egiziani e le telecamere hanno poi confermato altri movimenti sospetti che coincidono con le prove ritrovate e la dinamica dei fatti.













