Furti in appartamento a Oristano: in carcere una donna Rom, denunciata la complice

Le due donne avevano prima noleggiato una Fiat 500 ad Olbia, e poi affittato una casa vacanze nel litorale siniscolese, per potersi muovere indisturbate in tutta l’isola.


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Su disposizione della Procura della Repubblica di Oristano, la Squadra Mobile della locale Questura, coadiuvata dai colleghi della Questura di Livorno, ha dato esecuzione ad una misura cautelare in carcere nei confronti di una donna di etnia ROM, residente in Croazia, senza fissa dimora nel territorio italiano, per il reato di furto aggravato in abitazione.

Lo scorso agosto, la donna unitamente ad una complice già identificata e deferita all’A.G. per lo stesso reato, aveva svaligiato un appartamento in via Segni ed ancora prima aveva cercato di introdursi all’interno di un’altra abitazione ivi ubicata.

Le indagini effettuate dal personale della Squadra Mobile, hanno consentito di ricostruire tutti gli spostamenti delle due donne, dal momento in cui in nave sono arrivate sull’isola, provenienti da Livorno, sino al momento in cui sono ripartite, sempre a bordo di una nave passeggeri e sempre avendo come destinazione la città portuale toscana, dove le ricerche si sono poi concentrate.

Gli accertamenti effettuati dagli investigatori hanno consentito di ricostruire l’intera vicenda nonchè il modus operandi posto in essere dalla due, le quali, vestite all’occidentale, avevano prima noleggiato una autovettura, Fiat 500 – nuovo modello – ad Olbia, e poi affittato una casa vacanze nel litorale siniscolese, per potersi muovere indisturbate in tutta l’isola.

Ad Oristano, effettuati i primi sopralluoghi, le due avevano individuato uno stabile di prestigio all’interno del quale insistono numerosi appartamenti. Giunte in prossimità del portone d’ingresso, avevano inziato a suonare vari campanelli per cercare di farsi aprire ed avere accesso all’area comune.

Una volta entrate nello stabile hanno individuato alcuni appartamenti da colpire, nel primo dei quali vi era però all’interno una anziana donna che, diffidando, aveva notato le due sconosciute dallo spioncino del portoncino d’ingresso e per questo, senza aprire, aveva chiamato ed avvertito subito la figlia che era uscita di casa poco prima.

Nel frattempo le due, non avendo ricevuto risposta, avevano cercato di accedere all’appartamento mediante l’uso di una tessera di plastica e di alcuni cacciavite, non riuscendovi poiche il portoncino era chiuso a chiave con le mandate. Tutt’altro che scoraggiate avevano fatto una rampa di scale e, salite di un piano, riproponendo il loro intento, erano riuscite ad aprire un altro portoncino scardinandolo e accedendo all’interno dell’appartamento.

Dopo circa quaranta minuti e dopo aver messo a soqquadro la camera da letto, erano uscite dall’abitazione portando con sè numerosi monili in oro.

Durante la fuga erano state però incrociate e fermate nell’androne del palazzo dalla figlia della prima potenziale vittima e, alla richiesta su cosa stessero cercando da sua madre, le due avevano risposto che cercavano un centro dentale, che di fatto nello stabile non è presente. Fatto ciò si erano allontanate celermente da Oristano convinte di averla fatta franca.

Tuttavia grazie alla minuziosa analisi di decine di ore di immagini registrate dagli impianti di videosorveglianza presenti in città, gli investigatori sono riusciti ad identificare le due donne grazie in particolare ad alcuni frammenti di targa rilevati sull’auto usata dalle due donne ed al successivo confronto delle immagini delle due, registrate all’ingresso del palazzo durante i sopralluoghi, con quelle conservate nelle banche dati della Polizia di Stato.

Dai successivi controlli era poi emerso che entrambe avevano a carico numerosissimi precedenti penali per reati dello stesso tipo e questo, tra le altre cose, ha fugato ogni dubbio.

La donna sottoposta all’arresto è ad oggi rinchiusa nel carcere di Firenze, all’interno del quale dovrà permanere a disposizione dell’A. G.