“Farmaci salvavita introvabili, ormai in Sardegna è proibito curarsi”

“Curarsi sta diventando un lusso che pochi possono permettersi”, denuncia Desirèe Manca, M5S, “le liste di attesa sono ancora bloccate, così come le agende di numerosi reparti, e i cittadini sono costretti a privarsi di beni di prima necessità per poter effettuare visite urgenti in privato. Pagando cifre esorbitanti”


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“La carenza di farmaci salvavita nelle farmacie dell’isola sta diventando un fenomeno fortemente preoccupante. Le difficoltà nell’approvvigionamento dei farmaci stanno mandando in crisi anche i Centri di salute mentale che, da qualche mese, stanno consegnando le ultime confezioni rimaste. Sono tantissimi i pazienti preoccupati, perché, dal mese prossimo, presumibilmente, non potranno portare avanti terapie a cui si sottopongono da una vita. Stiamo parlando di persone estremamente fragili che non possono vivere senza cure, per le quali il 2023 è iniziato con un nuovo incubo: l’impossibilità di curarsi, di stare bene”.

Questa la denuncia della consigliera regionale del Movimento 5 stelle Desirè Manca che ha presentato un’interrogazione all’assessore alla Sanità Carlo Doria affinché le farmacie territoriali e i Centri di salute mentale della Sardegna vengano riforniti dei farmaci necessari a soddisfare il fabbisogno di tutti i malati cronici.

“La realtà che le persone toccano con mano ogni giorno è completamente diversa rispetto a quella che ci viene rappresentata dall’assessore alla Sanità, il quale ha più volte minimizzato il problema. I pazienti che si recano presso le farmacie territoriali vengono messi al corrente della carenza di medicinali, e del rischio di non poter proseguire le terapie con gli stessi farmaci. Una situazione che sta sfuggendo di mano, e che si somma alla carenza di servizi sanitari pubblici sul territorio. Curarsi sta diventando un lusso che pochi possono permettersi. Le liste di attesa sono ancora bloccate, così come le agende di numerosi reparti, e i cittadini sono costretti a privarsi di beni di prima necessità per poter effettuare visite urgenti in privato. Pagando cifre esorbitanti per le loro tasche. Cosa sta facendo la Regione Sardegna per risolvere questa situazione?”