Decrescita e invecchiamento e boom della mortalità negli anni del Covid. Tutto nel rapporto Crenos presentato oggi. Per gli esperti l’analisi della dinamica demografica conferma le criticità strutturali che caratterizzano la Sardegna: nel 2020 si ha il nuovo minimo storico di numero dei nati (8.262) e il tasso di natalità scende a 5,2 nati ogni mille abitanti (è pari a 9,1 nell’Unione Europea). A questo si aggiunge un aumento della mortalità rispetto alla media del periodo 2015-2019 pari al 13% nel 2020 e al 12% nel 2021, spinto anche, ma non solo, dalla diffusione del virus negli ultimi due anni.
Per completare il quadro, uno sguardo ai movimenti migratori ci restituisce un’immagine di scarsissima mobilità e di un flusso in entrata in Sardegna non capace di compensare quello in uscita, anch’esso scarso ma comunque maggiore.
L’insieme di questi tratti determinano una spirale di decrescita della popolazione che rappresenta un grave rischio dal punto di vista socioeconomico per la nostra regione. Risulta infatti particolarmente accentuato il processo di invecchiamento della popolazione (l’età media dei residenti sfiora i 48 anni), e il mutamento del rapporto intergenerazionale conferma l’aumento del carico sociale ed economico sulla componente anagraficamente attiva della popolazione: all’inizio del 2021 in Sardegna ogni 100 persone in età lavorativa ci sono quasi 57 individui a carico, molti dei quali nella fascia più anziana della popolazione.
In Sardegna infatti ogni 100 giovani sotto i 15 anni vi sono oltre 231 residenti di 65 anni o più.
Secondo Carlo Mannoni, direttore generale della Fondazione di Sardegna: “Si tratta di un’analisi molto importante. Lo scenario attuale continua ad essere complesso, il ritorno alla normalità presenta dinamiche diverse da quelle che ci si aspettava. Si tratta di capire le specificità della Sardegna: lo spopolamento, o meglio lo spostamento della popolazione verso le città, è un fenomeno mondiale. C’è poi il tema della distribuzione del rischio a livello planetario: in questo la Sardegna può avere molte opportunità. Il PNRR presenta lo scenario classico dell’ottimismo della volontà perché non riusciamo neppure a completare le opere in via ordinaria. Continueremo purtroppo ad avere velocità diverse anche sul PNRR”.











