Emanuele Ragnedda ha tentato di impiccarsi nella cella del carcere di Bancali: l’allarme è stato lanciato da un altro detenuto e ora è ricoverato in Psichiatria, nella Spdc (Servizio psichiatrico diagnosi e cura) di Sassari che è specializzata nel trattamento di pazienti critici da stabilizzare. Il 41enne imprenditore del vino, reo confesso dell’omicidio di Cinzia Pinna, non è in pericolo di vita e ha ricevuto la visita del suo legale Luca Montella. “Probabilmente c’era da aspettarselo”, ha detto l’avvocato dopo l’incontro, senza aggiungere altri dettagli.
L’uomo è stato trovato questa notte in stato di agitazione all’interno della sua cella, seduto a terra e con escoriazioni al collo.
Le indagini proseguono per chiarire la dinamica del delitto avvenuto nella tenuta di Concaentosa, tra Palau e Arzachena, di proprietà dell’imprenditore. Gli investigatori stanno ricostruendo le ultime ore di vita di Cinzia Pinna, scomparsa nella notte tra l’11 e il 12 settembre, dopo essere stata vista salire in auto con Ragnedda all’uscita di un locale di Palau: dodici giorni dopo, la confessione di Ragnedda e il ritrovamento del corpo che il 41enne avrebbe pianificato di buttare in mare dalla scogliera di Capo Ferro, a Porto Cervo. Per le giornate di mercoledì e giovedì sono previsti nuovi rilievi da parte dei carabinieri del Ris di Cagliari, che torneranno nella proprietà per completare gli accertamenti scientifici.











