Una lettera, spedita all’Ansa il 17 ottobre del 1983 ma mai presa in considerazione dagli investigatori, riporta nelle prime pagine il giallo della scomparsa di Emanuela Orlandi: “Aliz è stato orrendo”, dove “Aliz” è l’anagramma incompleto di “Lazio”, la squadra all’epoca di quel Bruno Giordano ex della Minardi che, in seguito, diventò l’amante di Renatino De Pedis. Un’accusa chiara alla banda della Magliana, come riporta il Corriere della Sera. La banda della Magliana chiamata in causa e additata come la gang del sequestro di Emanuela Orlandi già pochi mesi dopo la scomparsa della quindicenne, ben prima della confessione di Sabrina Minardi, che risale al 2008. La novità è sorprendente, ma prima di oggi non è mai stata notata da nessuno. A quasi 40 anni dalla sparizione della giovane residente del Vaticano, ecco un documento che potrebbe portare alla soluzione del giallo. Il testo, sin dall’inizio, parla di un personaggio di nome “Aliz”, indicato come il rapitore e l’assassino della ragazza. All’epoca le accuse erano state ritenute prive di fondamento, ma gli ultimissimi sviluppi portano a un ragionamento opposto anche da parte degli inquirenti.
Soprattutto dopo le ultime rivelazioni di Marco Accetti sulla scoperta del furto della bara di Katy Skerl. Intanto, le trentatrè righe del comunicato Ansa di trentanove anni e due mesi fa riaccendono il dibattito sia sulla scomparsa della Orlandi sia, in parallelo, su quella di Mirella Gregori. Con accuse che sembrano essere sin troppo chiare: i responsabili sono da ricercare nella banda della Magliana.













