Cocaina, purissima, venduta subito e che ha fruttato, in appena due anni, venticinque milioni di euro. E due bande, una con base a Silanus e l’altra tra Cagliari e Capoterra, che hanno fatto affari d’oro con la povere bianca. In manette 23 persone, più 4 ai domiciliari, per un totale di quarantuno indagati. Ai vertici Bastiano Sanna e Cristian Pireddu. E, stando alle indagini, potrebbe esserci anche un altro “big”. Più altri 14 arrestati nella zona del Nuorese e del Marghine e 15 in quella del sud della Sardegna. Sequestrate cinque auto, una moto e due appartamenti di proprietà degli indagati e provento dell’attività illecita di traffico di stupefacenti. Le misure cautelari e le perquisizioni sono state eseguite a Cagliari, Sassari, Capoterra (CA), Macomer (NU), Silanus (NU), Birori (NU), Bancali (SS), Torralba (SS), Orani (NU), San Basilio (CA), Burgos (SS), Elmas (CA), Selargius (CA). La squadra mobile della questura di Cagliari, con la sezione criminalità diffusa, sotto il coordinamento della direzione distrettuale antimafia di Cagliari, coordinati dal dirigente Fabrizio Mustaro e da Michele Mecca, ha sgominato due presunte organizzazioni criminali che importavano dalla Penisola, e distribuivano in Sardegna, centinaia di chili di cocaina, arrivata dalle piazze della ‘Ndrangheta. La coca è stata trasportata grazie a dei corrieri insospettabili, raggiungendo in qualche caso anche il Sassarese: i corrieri hanno utilizzato auto di grossa cilindrata, con la droga nascosta in vani interni della carrozzeria.
L’indagine, denominata “Primavera fredda”, è iniziata nel mese di aprile del 2020. Nel corso dell’attività investigativa sono stati sequestrati 36 chili di cocaina, documentate cessioni per oltre 216 chili e sono stati arrestati tre corrieri. Gli elementi investigativi raccolti sinora hanno permesso di individuare due distinti gruppi di trafficanti, uno con base a Silanus, composto principalmente da 15 persone e l’altro operante fra Cagliari e Capoterra, composto da 14 persone. Il primo, oltre a rifornire il secondo, ha agito in diversi paesi del Marghine e acquistato la droga dalla Penisola. La cocaina è stata distribuita ad una capillare rete di spaccio che si è sviluppata tra Sassari, Burgos, San Basilio ed Elmas. A Cagliari e Capoterra ha operato l’altra organizzazione, in grado di smistare a sua volta i panetti di cocaina, da un chilo l’uno, ad altri trafficanti che rifornivano una ramificata rete di spaccio nella città metropolitana. Tale organizzazione, oltre a rifornirsi da quella di Silanus, ha acquistato stupefacente anche attraverso un proprio “canale” della Penisola, L’indagine si è rivelata particolarmente complessa perché si è svolta prevalentemente con servizi di pedinamento, osservazione e videosorveglianza in contesti rurali, nelle campagne e ovili dove gli indagati hanno nascosto i panetti di cocaina o dai quali è partita la distribuzione dello stupefacente. Gli indagati, inoltre, hanno comunicato soprattutto attraverso applicazioni di messaggistica istantanea o con telefoni con esclusiva connessione dati ed erano soliti “bonificare” ambienti e auto alla ricerca di microspie. La droga è stata occultata in campagna, nei cespugli, fra gli arbusti o nei muretti a secco e da qui è partita per essere consegnata in luoghi sempre diversi in tutta la Sardegna. I corrieri si muovevano con auto di grossa cilindrata che, quasi maniacalmente, venivano sottoposte a continue manutenzioni per garantirne sempre la massima efficienza e il “pronto impiego”. Le auto erano dotate di nascondigli per la droga, appositamente ricavati nella carrozzeria e azionabili con meccanismi telecomandati.
Ai corrieri è stato riconosciuto dalle organizzazioni criminali anche un rimborso per il carburante, calcolato a chilometro. Una volta consegnata la cocaina il corriere prelevava il denaro e lo consegnava al suo trafficante di riferimento. La ricostruzione dei vari spostamenti dei corrieri con la cocaina è stata possibile attraverso rilevamenti gps e con l’utilizzo di telecamere installate vicino alle abitazioni degli indagati, ai nascondigli utilizzati per conservare i panetti di cocaina e ai luoghi di consegna dello stupefacente. Dalle intercettazioni, gli investigatori della Polizia di Stato di Cagliari hanno ricostruito anche due rapine: la prima avvenuta il 10 febbraio 2021 a Capoterra, in località Poggio dei Pini, durante la quale un indagato, poi morto nel corso delle indagini per cause naturali, ha sottratto un chilo e mezzo di cocaina a un altro indagato, a sua volta custode della droga . La seconda rapina il 14 maggio 2021 a Cagliari, in via Barracca Manna, durante la quale uno degli arrestati è stato ferito da un colpo di pistola e altri tre indagati sono scappati con oltre un chilo di cocaina e 30mila euro. Nel corso delle indagini, inoltre, è stato scoperto un furto di armi avvenuto l’11 luglio 2021 a Capoterra. Uno degli arrestati e due indagati sono entrati in una abitazione mentre il proprietario era in vacanza e hanno rubato cinque fucili da caccia, tre pistole e decine di munizioni. L’indagine è iniziata proprio dalla rapina avvenuta a Capoterra, che era stata organizzata da un corriere “infedele”, soffocato dai debiti di gioco e di droga. Il corriere, dopo aver recapitato il prezioso carico aveva mandato sul luogo della consegna un suo complice. E lui, con la minaccia di una pistola, ha costretto uno degli indagati a farsi consegnare il panetto di cocaina di 1,5 chili appena ricevuto. Il rapinatore, poi, si è dato alla fuga con un’auto. Le ripetute percosse e minacce di morte da parte di alcuni degli indagati per recuperare la cocaina hanno portato il custode a rivolgersi alla squadra mobile e a raccontare l’accaduto. Il custode è stato minacciato sia dai trafficanti del gruppo di Capoterra, che lo hannoincaricato della custodia, sia da quelli di Silanus che gli hanno venduto la droga. Il gruppo radicato in provincia di Cagliari, composto da 14 persone (10 arrestate) tutte con specifici incarichi o mansioni, era quello che movimentava i maggiori quantitativi di cocaina. Proprio per questo e per le elevate disponibilità di denaro e di droga, i trafficanti sono stati vittime di una rapina, avvenuta il 24 maggio 2021 a Cagliari, in via Barracca Manna. La rapina, organizzata da tre pregiudicati di Cagliari che hanno agito nel momento dello scambio droga/denaro, all’interno di un appartamento. Dalla reazione dei due trafficanti, arrestati oggi, che stavano gestendo la consegna, è scaturita una sparatoria ed una violenta colluttazione, durante la quale uno di loro è stato ferito alla gamba da un colpo di pistola e l’altro al viso. I rapinatori sono poi scappati con una parte del bottino (un chilo di cocaina e circa 30mila euro) mentre un altro chilo di cocaina e altri 30mila euro, lasciati nell’appartamento, sono stati sequestrati dalla squadra mobile. Nel corso delle indagini sono stati arrestati due corrieri: unex consigliere comunale del Comune di Anela, Virgilio Vannini, ed un operaio di Nuoro. L’ex consigliere comunale è stato arrestato nel 2021 mentre a bordo della sua auto, sulla Ss 387, nei pressi di Dolianova, stava trasportando un chilo di cocaina destinata al gruppo che operava fra Cagliari e Capoterra. Insieme alla cocaina gli investigatori hanno sequestrato 45mila euro in contanti, appena ricevuti dall’uomo come prezzo della consegna di un altro chilo di cocaina avvenuta a Suelli. L’operaio di Nuoro, invece, è finito in manette il 20 gennaio 2022 mentre, con la sua auto, sulla 131 a Dolianova, stava trasportando 3 chili di coca da dare ai trafficanti di Capoterra. Anche questo stupefacente, del valore di oltre 140mila euro, è stato sequestrato dagli agenti. A distanza di poche ore da questo arresto, gli uomini della squadra mobile hanno sequestrato altri 11 chili di cocaina nelle campagne di Silanus, nascosta dagli indagati in un grande cespuglio sui confini di un terreno di proprietà, dal quale è stata prelevata la cocaina consegnata al corriere nuorese. Secondo quanto emerso dalle indagini, la “sparizione” di tale ingente carico di droga era stata attribuita dall’organizzazione ai due custodi di Silanus, anche loro tratti in arresto in data odierna. I due sono stati fatti a lungo oggetto di gravi minacce e di richieste di denaro a “risarcimento” dell’ingente danno economico subito dall’associazione, stimabile in oltre 450mila euro.











