Da Castiadas a Muravera, lungo la sp 19, la distesa gialla “rappresenta una minaccia concreta e costante per i meravigliosi boschi di lecci e macchia mediterranea che costeggiano la zona, così come per le numerose abitazioni estive disseminate nel territorio”.
Uno scenario non sfuggito agli occhi di Luca Pisano, dipendente Ras e presidente della HC Suelli, che ha messo in evidenza il potenziale rischio per il territorio. Dopo gli incendi di ieri si riaccende il dibattito su come si possa contrastare la grave piaga che ogni anno reca profonde ferite al territorio sardo e ai suoi abitanti. La prevenzione rimane la parola chiave che racchiude buona parte degli interventi che possono limitare notevolmente i danni. Ma dalle parole ai fatti, a volte, la differenza è notevole. Le ordinanze sono state comunicate per tempo, tra queste anche quelle che impongono azioni mirate a contrastare il propagarsi delle fiamme in caso di incendio. Ma, come ben dimostrano le immagini, non sempre sono attuate per tempo e “la sicurezza non può aspettare.
Il caldo estivo è ormai esploso, investendo con forza le nostre campagne, rese aride da settimane di siccità e disseminate di erba secca. Come ogni anno, i sindaci dei vari comuni hanno emesso ordinanze contro il rischio incendi, nel tentativo di proteggere il nostro prezioso patrimonio ambientale e la sicurezza dei cittadini. Eppure, ogni giornata estiva si carica di apprensione per chi, come me, ama profondamente la propria terra” espone Pisano.
“Oggi, mentre le fiamme avanzavano tra le campagne di Barumini, Segariu e altri comuni vicini, percorrevo la strada provinciale 19 che da Castiadas porta a Villasimius: una delle più trafficate in questo periodo, meta di turisti e residenti stagionali. Lungo tutto il tragitto, in particolare ai bordi della carreggiata, la presenza di erba secca rappresenta una minaccia concreta e costante per i meravigliosi boschi di lecci e macchia mediterranea che costeggiano la zona, così come per le numerose abitazioni estive disseminate nel territorio.
Sono certo che i cittadini faranno la loro parte, rispettando le ordinanze e adottando comportamenti responsabili. Tuttavia, non posso fare a meno di chiedermi: se un incendio dovesse scaturire dal lancio incauto di una sigaretta da parte di un automobilista, chi risponderebbe della mancata pulizia del bordo strada? Chi si assumerebbe la responsabilità per un disastro che poteva essere evitato?
Le ordinanze esistono, ma per essere realmente efficaci devono essere accompagnate da azioni concrete. Le istituzioni, prime tra tutte, dovrebbero dare l’esempio: con interventi tempestivi, ma soprattutto preventivi, per ridurre al minimo il rischio e proteggere un territorio tanto fragile quanto prezioso.
La lotta agli incendi non si vince solo con i divieti, ma con una pianificazione attenta, una vigilanza continua e una collaborazione attiva tra cittadini e amministrazioni. La nostra terra merita rispetto e tutela — non possiamo permetterci di lasciarla bruciare”.












