di Paolo Rapeanu
Il tempo di fare la breve rampa di scale subito dopo via Università e, appena vista la maestosità del bastione di Saint Remy, l’impellente bisogno di scattare tante fotografie. Non ci sarebbe nulla di male – da che mondo è mondo quella del “clic” è un’attività standard per i turisti -, il problema c’è però quando a rischiare di farne le spese della “sete di ricordi” è un monumento. Il bastione di Saint Remy, in questo caso: le panchine in marmo vengono infatti utilizzate come “scalette” per conquistarsi una posizione privilegiata ed esclusiva per immortalare il golfo di Cagliari o gli antichi palazzi di Castello.
Una coppia – marito e moglie, dal marcato accento inglese – quasi zompano sopra una delle lastre e, smartphone tra le mani, scattano una serie di fotografie in sequenza dello scorcio di via Università. Tutto sotto gli occhi di qualche cagliaritano di passaggio, che ben conosce il destino di un pezzo di città riqualificato con i soldi di tutti i cittadini. “Una signora, spagnola, mi ha detto che così scattano meglio le foto, l’ho rimproverata ma non è servito a nulla”, racconta un pensionato del quartiere.









