Organizzato da Copagri, si è tenuto lunedì 21, presso la sede regionale dell’organizzazione regionale a Sestu, un affollato seminario sulle opportunità di sviluppo per l’agricoltura sarda offerte da una nuova e moderna mandorlicoltura.
Gli interventi del presidente regionale di Copagri Sardegna Ignazio Cirronis, del direttore regionale Pietro Tandeddu e del presidente provinciale di Cagliari Beppe Bullegas, hanno messo in evidenza come la mandorlicoltura possa rappresentare oggi una valida alternativa produttiva per le imprese agricole sarde data la continua crescita dei consumi a livello mondiale e le forti innovazioni dei processi colturali intervenute negli ultimi anni che garantiscono contenimento ei costi e maggiore produttività.
L’Italia, con i suoi 58.000 ha coltivati-ben poca cosa rispetto agli oltre 500.000 ha della California- la quale controlla l’80% del mercato, copre solo per un terzo il fabbisogno di mandorle del nostro Paese, con spazi per l’impianto di ulteriori 40.000 ha.
Le condizioni per il successo, ha ricordato Pietro Tandeddu, risiedono nell’accurata scelta delle varietà, nella valorizzazione di alcune biodiversità sarde che danno produzioni qualitativamente superiori , nell’applicazione delle nuove tecniche colturali, nella costruzione di una filiera che aggreghi la produzione e abbia certezza di collocamento del prodotto a condizioni favorevoli.
Sono stati invitati e hanno partecipato al seminario: Claudio Papa titolare dell’azienda dolciaria “Dolceamaro” con sede ad Isernia, Olimpio Marcello, responsabile di un impresa di servizi per la frutticoltura e Juan Vicente Navarro, agronomo spagnolo , considerati i notevoli risultati della ricerca raggiunti in quel Paese.
Claudio Papa ha dichiarato la sua disponibilità a stipulare con i produttori organizzati contratti- quadro pluriennali per il ritiro della produzione, per non meno di 3000 ha, che rappresentano il suo fabbisogno attuale, a prezzi concordati e remunerativi ancorati alle quotazioni della Camera di Commercio di Bari. Ha sottolineato che, raggiunta la dimensione minima di 500 ha coltivati,è pronto a realizzare in Sardegna un centro di raccolta e prima lavorazione. Ha infine informato i presenti di avere accordi con alcuni istituti di credito per finanziare gli impianti aziendali individuali con mutui aventi tempi di preammortamento sino a 4 anni, elemento di grande interesse considerato che il mandorlo inizia a produrre dopo qualche anno, con tassi appetibili e un rating che tiene conto delle garanzia offerta dalla propria azienda per il ritiro del prodotto.
Olimpio Marcello della Fertimon si è detto pronto a offrire ai produttori il servizio di impianto e, occorrendo, di potatura, di assistenza sul campo e di raccolta meccanizzata.
Il dott. Juan Vicente Navarro, ha dichiarato di avere ormai una sufficiente visione della Sardegna che gli consente di affermare che la nostra Isola ha tutte le condizioni pedoclimatiche necessarie all’impianto con successo dei mandorleti; che occorre puntare sulla qualità e sulle produzioni biologiche; che la sperimentazione spagnola ha indicato la strada delle coltivazioni intensive e superintensive e che si dispone ormai di diverse varietà valide per i nostri climi.
Ignazio Cirronis, nel concludere il seminario, ha evidenziato come ci siano tutte le condizioni per costruire una filiera strutturata capace di dare reddito e ha assicurato l’impegno di Copagri per la sensibilizzazione dei produttori, l’assistenza per l’individuazione e la realizzazione dei necessari strumenti di aggregazione, la tenuta delle relazioni necessarie con gli interlocutori intervenuti e con le istituzioni locali per la promozione della filiera e la messa a disposizione delle opportune risorse pubbliche senza che queste condizionino gli investimenti quando il progetto è valido e vi sono banche disponibili a finanziarlo a condizioni sostenibili.












