Un vero e proprio terremoto amministrativo scuote la Fondazione Teatro Lirico di Cagliari. Il Collegio dei Revisori dei conti ha espresso parere non favorevole all’approvazione del bilancio di previsione 2026 e del pluriennale 2026-2028, aprendo una fase di forte incertezza per il futuro dell’ente lirico.
La bocciatura ufficiale
Il verdetto è contenuto nel Verbale n. 483 del Collegio dei Revisori, riunitosi il 24 dicembre 2025 in modalità da remoto. Alla seduta hanno partecipato la presidente Acheropita Mondera, in rappresentanza della Corte dei conti, e i componenti Fabio Lupo (MEF) e Nicola Cau (MIC).
L’oggetto dell’esame era la proposta di bilancio di previsione – budget 2026 e triennale 2026-2027-2028, trasmessa dalla Fondazione il 16 dicembre e successivamente integrata da chiarimenti. Al termine dell’analisi, il Collegio ha approvato una relazione durissima, culminata nella bocciatura formale del documento contabile.
Ricavi giudicati inattendibili
Secondo i Revisori, il nodo centrale riguarda l’attendibilità delle previsioni di ricavo. Nel conto economico 2026 il valore della produzione è stimato in 27.349.785 euro, con un incremento di oltre 4,9 milioni di euro rispetto al preconsuntivo 2025.
Un aumento ritenuto non adeguatamente supportato da elementi oggettivi. Le maggiori entrate previste deriverebbero soprattutto dall’incremento dei ricavi da vendite e prestazioni (biglietteria, abbonamenti, concessioni, sponsorizzazioni) e da “altri ricavi” legati ad attività di fundraising. Per il Collegio, però, tali stime si fondano più su aspettative ottimistiche che su dati concreti.
Costi in crescita e vincoli sul personale
Sul fronte dei costi, quelli della produzione risultano in aumento rispetto al 2025 e sono stimati anch’essi in 27.349.785 euro. Le voci più rilevanti restano quelle relative al personale, sia dipendente sia non dipendente.
I Revisori evidenziano come non sia stato possibile verificare il rispetto di alcuni limiti contrattuali e normativi, tra cui:
- il contenimento dell’incremento del costo del personale;
- il rispetto del tetto del 25% per il personale cessato nel 2025 in caso di nuove assunzioni a tempo indeterminato (come previsto dalla legge 207/2024);
- il rapporto massimo del 15% tra costo del personale a tempo determinato e quello a tempo indeterminato, stabilito dal CCNL.
Equilibri fragili e principio di prudenza disatteso
Il Collegio riconosce che il budget chiude formalmente in pareggio, ma sottolinea come tale equilibrio sia solo apparente. A pesare è anche la prevista riduzione dell’attivo circolante e dei proventi finanziari, dovuta alla destinazione delle risorse verso nuove immobilizzazioni.
Secondo i Revisori, la Fondazione non ha rispettato il principio di prudenza che deve ispirare la redazione del bilancio di previsione, esponendo l’ente a potenziali squilibri economico-finanziari nel corso dell’esercizio.
Il giudizio finale: parere non favorevole
La conclusione è netta e senza appello: «Per tutto quanto sin qui esposto – si legge nella relazione – si ritiene di dover esprimere parere non favorevole all’approvazione del bilancio di previsione 2026 e pluriennale 2026-2028».
Il Collegio invita inoltre la Fondazione a un costante monitoraggio delle dinamiche economico-finanziarie, per evitare il rischio di compromettere gli equilibri di bilancio.
Il Consiglio di Indirizzo ha comunque deliberato
Nonostante il parere non favorevole del Collegio dei Revisori, il Consiglio di Indirizzo della Fondazione Teatro Lirico di Cagliari ha deliberato l’approvazione del bilancio di previsione annuale 2026 e del bilancio triennale 2026-2028, insieme alla programmazione artistica. La delibera prevede inoltre che eventuali maggiori entrate siano destinate prioritariamente al rafforzamento del patrimonio della Fondazione e conferisce mandato al Sovrintendente affinché attui una serie di prescrizioni operative stringenti: dal monitoraggio mensile rafforzato dei flussi di cassa e dell’andamento economico-finanziario, alla tempestiva comunicazione di eventuali scostamenti di bilancio, fino alla trasmissione di relazioni dettagliate su ricavi da biglietteria, sponsorizzazioni e fundraising. Una scelta che segna una netta assunzione di responsabilità politica e gestionale, destinata ad alimentare il confronto istituzionale nelle prossime settimane.










