Saltano tavoli e nervi nel centrosinistra sardo, incapace di dare gambe e tenere in piedi la grande coalizione fatta nascere a luglio con le migliori intenzioni di includere forze indipendentiste, movimenti e liste civiche, attingendo a voti e consensi anche trasversali. Il nuovo incontro convocato in via Emilia, ovvero nella sede del Pd e anche questo è un segnale, è stato rinviato a sabato prossimo: ufficialmente per ragioni tecniche, in realtà perché il momento è complicato e si fatica. Si fatica perché non si va avanti, impantanati nei meccanismi di sempre che tengono la politica in ostaggio di meccanismi che nulla c’entrano con la politica, almeno non con quella al servizio dei cittadini.
Il Pd a capotavola perde pezzi e consensi: alcuni movimenti si sono già sfilati proprio perché contrari a queste logiche, altri hanno già dichiarato il sostegno a un qualche candidato, altri ancora scalpitano e protestano contro il patto romano fra Conte e Schlein per Alessandra Todde.
I risultati di questo perenne stato confusionario, siamo ancora all’individuazione dei criteri per poi delineare le caratteristiche e infine individuare il candidato, sono due: la prima, la più grave, è che la Sardegna, i sardi, i programmi, sono totalmente spariti dai radar. La seconda è la fuga di chi, stufo di aspettare, si è già candidato alla presidenza e sta già facendo campagna elettorale in giro per l’isola, come appunto Todde e più di recente Renato Soru che, partito dall’intervento sulle primarie, sta ora dicendo in tutti gli interventi pubblici di sentirsi un candidato e di avere un progetto pronto per i sardi. Non è però da escludere che alla fine Soru converga sulla Todde e le tiri la volata, naturalmente dopo aver raggiunto solidi accordi.
L’altro elemento che complica la vita ai dem è il fatto che la candidatura debba poi quadrare con le altre, a stretto giro temporale, per comunali a Cagliari e Sassari e europee.
Insomma, cosa accadrà al centrosinistra e se riuscirà a esprimere un candidato unitario o se invece si schianterà su logiche illogiche e dinamiche autodistruttive è presto per dirlo. I segnali, però, parlano chiaro.










