di Vittorio Susinno, odonotoiatra
E così è arrivato il momento dei saluti, cara Cagliari. Sono passati 6 anni e 2 mesi da quando sbarcai in un grigio pomeriggio d’ottobre con un trolley troppo grande e la matricola nuova dell’Università. Avevo 19 anni e la voglia d’indipendenza che a quell’età ti fa lasciar casa senza troppi ripensamenti, in cerca di nuove esperienze, di nuovi luoghi. M’immersi allora tra i vicoli stretti di Castello, nelle sale ricchissime dei suoi musei, chiesi quella pasta lì dopo il caffè alle 8 di mattina senza sapere che fosse la famosa “pizzetta sfoglia”.
A poco a poco ho scoperto le tradizioni, le cerimonie, le peculiarità che scandiscono la tua identità salda e fiera, che invoca rispetto e acuisce la curiosità, come quando sotto casa, a Pirri, la stradina si copre di palme e nastri rossi prima del passaggio di S. Maria Chiara, od ogni 10 febbraio al Parco delle Rimembranze gli esuli istriani, scampati all’inferno comunista di Tito, raccontano con voce commossa le notti passate all’ex manifattura tabacchi prima di conoscere il proprio destino in città. Ti sono grato per lo spirito di solidarietà che in tutti questi anni ho avuto modo di apprezzare nei tuoi cittadini, in particolare con il gruppo cagliaritano di CasaPound con il quale mi sono recato a Terralba e Uras subito dopo l’alluvione o per l’impegno costante a favore dei sardi in emergenza abitativa costretti a occupare edifici abbandonati o a vivere in macchina. Attività fondanti per una comunità che vuole definirsi popolo.
Mi mancheranno le lunghe passeggiate per le tue vie eleganti (due su tutte via Sonnino e via Dante), gli aperitivi al caffè Europa ed in tutti i chioschi del Poetto ipnotizzato dalla sinuosità della Sella. Mi mancherà il mercato di Is Mirrionis o di Pirri in cui ho appreso la maggior parte dei termini sardi che conosco, le bancarelle di piazza del Carmine dove tra una petizione e l’altra ho conosciuto i venditori di libri d’epoca, veri cultori della storia, che mi hanno appassionato al 900 sardo recuperando testi introvabili per il circolo culturale intitolato a Mario Gramsci, di recente inaugurato in via La Nurra. Raggiunto il traguardo della laurea e l’abilitazione da Odontoiatra è arrivato il momento di tornare nella mia isola di nascita, è finita la vita da studente fuori sede e tocca “sistemarsi”. Ma prima di voltare pagina dovevo per forza scriverti per salutarti, lo sento e te lo devo. Il nostro non può che essere, comunque, un arrivederci.













