“Essa costituisce un importantissimo bacino di raccolta delle acque che difende la lottizzazione in caso di forti piogge e mareggiate; nel periodo invernale è frequente notare la sosta di avifauna di interesse comunitario”. Con una nota inviata alla ditta che gestisce i rifiuti urbani, Teknoservice, ed ai responsabili del Comune l’amministratore condominio Giovanni Ruggeri espone la tematica al fine di trovare una soluzione. “È noto come il nuovo chiosco sulla spiaggia, situato in posizione centrale corrispondente al Lungomare di questo Condominio, avrebbe ottenuto l’autorizzazione al transito per necessità di carico e scarico lungo una striscia demaniale adiacente alla siepe di tamerici che divide l’arenile dalla zona retro spiaggia” spiega Ruggeri “largamente di proprietà del Condominio stesso.
In oltre mezzo secolo abbiamo avuto cura di questo importante spazio, diserbandolo annualmente e preservandolo da ogni utilizzo improprio e da ogni accesso veicolare.
La zona è urbanisticamente e ambientalmente definita dal PUC e dal PUL come “Ambito di spiaggia a riqualificazione ambientale” e “area dunale coperte da vegetazione (Psammofile)”.
Essa costituisce un importantissimo bacino di raccolta delle acque che difende la lottizzazione in caso di forti piogge e mareggiate; nel periodo invernale è frequente notarvi la sosta di avifauna di interesse comunitario”.
Tale diritto di transito, inoltre , “ha dapprima comportato l’interramento di una condotta per l’approvvigionamento idrico ed elettrico del chiosco. Successivamente si è definito uno stradello con ingresso libero che, dalla strada di accesso alla spiaggia confinante alla proprietà di questo Condominio (ma anch’essa della stessa proprietà benché si sia formato l’uso pubblico) conduce al chiosco medesimo”.
Ma questa necessità di transito si sta invece caratterizzando nell’uso di parcheggio delle vetture a servizio dell’attività commerciale, “mentre siamo dovuti intervenire perché (per ora) non si affermasse il libero parcheggio di bagnanti e clienti nell’area e in particolare nella nostra proprietà”.
Il paesaggio di questi 500 metri di area naturale intatta è oggi interrotto da qualche vettura e da una fila di contenitori per rifiuti, “con lo sdegno e la preoccupazione dei residenti.
La corsia di transito è percorsa dai mezzi per il ritiro dei rifiuti i quali, dopo almeno due insabbiamenti per i depositi di arenile che attraversa, hanno trovato più comodo aprire una nuova pista, stavolta nella nostra proprietà e raddoppiando l’impatto dannoso sull’area naturale”.
Sono ovunque visibili macchie nere sul terreno provocate da oli e dai pneumatici, mentre il compattamento del terreno riduce la sua permeabilità. Una richiesta, quindi, ossia quella di valutare “la grave situazione, di adottare ogni misura per mitigare o eliminare ogni attività che comporti le conseguenze esposte, compreso ovviamente lo sconfinamento nella nostra proprietà”.












