Capoterra, ha donato il rene alla sorella 30 anni fa e a pochi giorni dall’anniversario Susanna Mostallino rinnova i ringraziamenti e lancia un appello: “Donare è vita”.
Lei aveva 28 anni, suo fratello 20 quando il 16 novembre i medici del Brotzu hanno effettuato il trapianto: Susanna aveva scoperto in gravidanza di avere dei problemi che le causavano l’insufficienza renale. La dialisi era oramai imminente con tutte le conseguenze che avrebbe generato. Ma, dopo gli esami, il fratello compatibile era Samuele che, anche se giovane e lavoratore, non ha esitato un attimo per salvare sua sorella.
“Il post intervento per lui è stato molto difficile – racconta Susanna – ha perso il lavoro ma ha ridato la vita a me”. Susanna racconta la sua vita con emozione per le gioie che ha vissuto e quelle che vive: è diventata nonna, spiega con orgoglio, e chissà quante altre sorprese ci saranno per lei e la sua famiglia.
“Vorrei che il mio messaggio arrivasse a tutti, donare è vita e senza questo grande gesto d’amore io non sarei qui a raccontarlo, a vivere. Ringrazio mio fratello, come faccio tutti i giorni, i medici di allora e quelli di oggi e il buon Dio che mi ha aiutato”.
Un messaggio di speranza, insomma, rivolto a tutti anche per sensibilizzare sulla tematica importante della donazione degli organi, un gesto fatto con il cuore che può dare la seconda possibilità per vivere ancora.
Lei aveva 28 anni, suo fratello 20 quando il 16 novembre i medici del Brotzu hanno effettuato il trapianto: Susanna aveva scoperto in gravidanza di avere dei problemi che le causavano l’insufficienza renale. La dialisi era oramai imminente con tutte le conseguenze che avrebbe generato. Ma, dopo gli esami, il fratello compatibile era Samuele che, anche se giovane e lavoratore, non ha esitato un attimo per salvare sua sorella.
“Il post intervento per lui è stato molto difficile – racconta Susanna – ha perso il lavoro ma ha ridato la vita a me”. Susanna racconta la sua vita con emozione per le gioie che ha vissuto e quelle che vive: è diventata nonna, spiega con orgoglio, e chissà quante altre sorprese ci saranno per lei e la sua famiglia.
“Vorrei che il mio messaggio arrivasse a tutti, donare è vita e senza questo grande gesto d’amore io non sarei qui a raccontarlo, a vivere. Ringrazio mio fratello, come faccio tutti i giorni, i medici di allora e quelli di oggi e il buon Dio che mi ha aiutato”.
Un messaggio di speranza, insomma, rivolto a tutti anche per sensibilizzare sulla tematica importante della donazione degli organi, un gesto fatto con il cuore che può dare la seconda possibilità per vivere ancora.












