Un incontro programmato da tempo e partecipato da decine di persone, intrapreso dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Beniamino Garau e ben articolato dal presidente della commissione delle Politiche Sociali e dall’assessore di riferimento Katiuscia Garone che lavorano con l’obiettivo di trattare temi di rilevanza sociale che attanagliano giovani e adulti. Non un semplice dialogo tra istituzioni, professionisti e presenti, bensì un incontro, come già avvenuto per argomentare la piaga del bullismo, con chi l’inferno lo ha vissuto, toccato con mano e si espone per raccontare la sua esperienza, nuda e cruda, per far capire quanto duro e difficile sia il percorso da affrontare che, però, è possibile affinché avvenga la rinascita. Ed è così che Angela, bella, con una folta chioma di riccioli neri e due occhi spalancati sul futuro, si è esposta per raccontare il suo vissuto che dall’età di 12 anni l’ha vista combattere prima con una fase di grave sotto peso per passare poi per anni alla bulimia. Fragilità, bassa autostima, responsabilizzazione eccessiva del bambino, conflitto genitoriale, legame malato con l‘adulto di riferimento, forti aspettative sul bambino o adolescente, perfezionismo.
Queste le motivazioni che maggiormente scatenano il rapporto malato col cibo che altro non è che un oggetto di riferimento per la mancanza interiore di accettazione.
Anoressia, bulimia e disturbo d’alimentazione incontrollata sono dei problemi che, se non affrontati nel giusto modo, possono provocare anche la morte non prima di un calvario fatto di sofferenze atroci, psicologiche e fisiche.
“La partecipazione degli ospiti presenti, genitori, specialisti del territorio quali psicoterapeuti medici di base, educatrici, avvocato, è stata attenta e attiva” ha spiegato Silvia Cabras. “Non esiste il corpo perfetto. Non esiste il fisico senza inestetismi, non c’è serenità quando c’è privazione”.












