“Volevo segnalare l’’assurda situazione in cui versa il pronto soccorso del Santissima Trinità di Cagliari. L’11 dicembre, il 118 ha trasportato mia madre, 91 anni, al pronto soccorso, per un problema respiratorio. Come da prassi, ormai i familiari non possono seguire il proprio caro ma si tenta di rassicurarli con la trascrizione del loro numero telefonico e la promessa di una chiamata dal reparto. Dopo una inutile attesa mi sono presentata chiedendo di poter vedere mia madre e consegnarle qualche effetto personale. Accesso negato motivato dal fatto che erano in arrivo numerose urgenze, nonostante, durante una telefonata con mia madre, un’infermiera mi avesse invitato a raggiungerla per tranquillizzarla. Durante la notte nessuna chiamata. Ieri mattina alle 7:30 mi risponde una gentile persona che mi informa della situazione. Mia madre ha trascorso la notte al pronto soccorso ed era ancora in attesa di una radiografia al torace. Raggiungo l’ospedale e finalmente riesco ad entrare. Il corridoio è pieno di lettighe tutte occupate, in una di queste ha trascorso la notte la mia mamma. Nelle poche stanze a disposizione c’è il mondo. Tutto questo ‘gestito’ da due soli medici e poche unità di infermieri che riescono a malapena a prestare attenzione a quella infinità di degenti che avrebbero il sacrosanto diritto di essere curati e rassicurati da almeno il quadruplo del personale presente, con tempistiche accettabili degne di un ospedale che dovrebbe occuparsi di esseri umani. Alla fine, dopo circa 24 ore, mia madre è stata trasferita in Medicina interna”.









