Sarà fronte del porto, e non solo. La scadenza di domani mette sotto pressione una serie di settori contraddistinti da una significativa presenza di No Green pass (grossomodo doppia, in percentuale, rispetto al totale della popolazione) e dalla forte presenza di lavoratori stranieri, in particolare dell’Est Europa ma anche di Asia, Africa, Sudamerica. Tutti con basse coperture vaccinali o vaccinati con il russo Sputnik o i cinesi Sinovac o Sinofarm, non riconosciuti dall’Ema e quindi non validi per il Green pass. La situazione è particolarmente critica nello scalo di Trieste, dove i portuali sono per il 40% senza certificazione Covid e, ieri, hanno ribadito l’intenzione di bloccare le attività.











