Sarà celebrata domani 22 marzo alle ore 17.30, alla presenza delle autorità civili e religiose, la scopertura della targa dedicata al professor Falconi, nato nel 1817, iscrittosi alla facoltà di Chirurgia cagliaritana, che conquistò subito la stima di alcuni docenti, soprattutto di colui che diverrà il suo maestro: Francesco Antonio Boi, suo professore di Anatomia.
“Facendo seguito al primo contatto del gennaio 2018 “Proposta di intitolazione di una strada, piazza o di un altro luogo pubblico a Giovanni Falconi”, il Comune di Cagliari ha ascoltato la richiesta in oggetto dell’Associazione Clemente Susini di cui faccio parte, dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Cagliari e della famiglia Falconi” spiega Trucas.
“Il Falconi, Professore emerito dell’Università di Cagliari, è stato per 45 anni docente di Anatomia, dal 1884 al 1889 amato e stimato Preside della Facoltà di Medicina del Nostro Ateneo, oltre che Chirurgo e Direttore dell’Anatomia per otre trent’anni”.
Falconi, nel 1841, ancora studente di Chirurgia, ideò e fece costruire dagli artigiani cagliaritani Olmetta e Giovanni Veritier (Presidente nel 1862 della Società degli Operai di Cagliari) un nuovo modello di ago da vaccinazione detto ago falconiano o ago crunato.
Tra il 1840 e il 1841 si conquistò ottima fama al nord Italia durante un lungo periodo di tirocinio presso il Teatro Anatomico di Torino in cui volle affinare la sua pratica di Dissezione Anatomica. Dopo la laurea in Chirurgia continuò a frequentare assiduamente la Scuola Anatomica del Boi, al quale rimase legato per tutta la vita da un rapporto di grande fiducia e stima.
Nel 1845 vinse il concorso di Settore anatomico nel Gabinetto di Anatomia, si dedicò con impegno veramente ammirevole al nuovo lavoro dividendo il suo tempo tra il gravoso lavoro nella sala anatomica del vecchio Ospedale S. Antonio abate, le sperimentazioni vacciniche e gli studi quale allievo della Facoltà di Medicina, alla quale s’era iscritto per meglio completare la sua istruzione.
Nel 1849, con Regio Decreto dell’8 marzo, fu nominato Chirurgo Maggiore nel Corpo di Sanità e destinato all’Ospedale Militare di Vercelli. Anche in questa città, il Falconi, aiutato dai colleghi ed amici Panzano, Chierasco e
Mastio, dimostrò pubblicamente l’innocuità del suo ago e la semplicità operativa del metodo vaccinico destando curiosità e interesse tra i medici e i chirurghi addetti alle vaccinazioni.
Nel 1850 riprese servizio come Settore Anatomico nell’ateneo cagliaritano, impegnandosi talmente nel lavoro didattico che il Ministero della Pubblica Istruzione gli accordò un aumento di stipendio “in considerazione dell’abilità e dello zelo con cui il medesimo attende al disimpegno delle sue attribuzioni”.
Nel 1850 si laureò brillantemente anche in Medicina e nel triennio 1856-1858 riuscì ad ottenere fino al 98% di successo col suo metodo di vaccinazione. Con impegno crescente iniziò a diffondere le sue idee innovative sul vaccino, conquistava le folle e tranquillizzava i genitori dimostrando l’innocuità del suo metodo vaccinando per primi i figli del sindaco ed il parroco. La fama del suo ago raggiunse tutta l’Italia, la Francia, il Portogallo, il Belgio e l’America, il suo metodo fu presentato anche all’accademia medica imperiale di Parigi, all’epoca una delle istituzioni mediche più importanti del mondo. Anche la prestigiosa rivista The Lancet parlò dei benefici ottenuti con l’ago di Falconi. Fu inviato da Sua Maestà il Re ad effettuare la campagna vaccinale in Sicilia, ottenendo grandi successi.
Nel quadriennio 1865-69, quando Falconi ricopriva l’importante incarico di Conservatore del vaccino in Sardegna, le vaccinazioni di massa praticate col nuovo “ago falconiano” fecero ribassare la mortalità per vaiolo dal 30-40 % al 17%, mentre gli esiti infausti legati alla vaccinazione calarono al 7%. É grazie a Falconi se il numero dei vaccinati riuscì finalmente a superare il numero dei nati; altresì è stato tra i primi, nel 1870, ad introdurre alcune lezioni dimostrative e tirocini per istruire praticamente gli studenti di medicina e chirurgia sulla vaccinazione. A fine carriera, nel 1889, fu proposto come Conservatore anche per il Piemonte e per la Lombardia, ma egli decise di rimanere in Sardegna, con grande gioia dei suoi studenti.
Fu grande il suo impiego durante le epidemie di colera, sia a Cagliari che a Sassari e per le autorità divenne un punto di riferimento sui riscontri autoptici le conseguenti misure igienico-preventive per proteggere la popolazione cagliaritana, battendosi per far applicare le disinfezioni ambientali, la quarantena e gli isolamenti dei soggetti potenzialmente infetti. Per tali suoi atteggiamenti all’avanguardia venne osteggiato, ingiustamente, da alcuni colleghi e giornalisti che lo definirono “coleromane”. Nel 1889 l’American Journal of Pharmacy prese in considerazione i benefici effetti dell’utilizzo dell’erba centinodia nelle fasi precoci del colera proposti da Falconi. Egli scrisse anche un imponente testo manoscritto di Anatomia, riportante i contenuti delle sue lezioni dell’anno accademico 1885 ed ebbe numerosi allievi brillanti, tra i quali spiccano Antonio Carruccio, Pietro Meloni Satta, Roberto Binaghi, Luigi Brotzu, Efisio Orrù, Tommaso Fadda. Dal 1884 al 1888-89 fu Preside della facoltà di medicina e chirurgia dell’università di Cagliari.
Il Professor Giovanni Falconi, Commendatore dell’Ordine dei SS Maurizio e Lazzaro, Ufficiale dell’Ordine della Corona, doppia Medaglia di Bronzo per i meriti sulla pubblica salute, venne collocato a riposo nel 1890 con il titolo ulteriore di Professore Emerito. Pietro Meloni Satta, suo allievo, ne divenne il successore, ma tenne la cattedra, come incaricato, solamente fino all’ anno successivo, quando vinse il concorso il Prof. Francesco Legge. Ai suoi funerali si fece un solenne corteo con le autorità cittadine, gli istituti pii, il decimo fanteria dell’esercito con musica, il cordoglio dall’Università di Roma.
Fu seppellito nel cimitero di Bonaria, in cui oggi ancora si conserva un piccolo medaglione e una lapide di fianco alla moglie.










