Brutte notizie per le tasche dei cagliaritani, al di là dell’eventuale colore politico. La Tari aumenta del 15%, i margini di manovra per ottenere aiuti dalla Regione sono esauriti nel momento in cui si è scoperto che “c’è un calcolo delle premialità sbagliato, non si può trattare una città capoluogo di regione come un comune di duemila abitanti”. A dirlo è il sindaco Massimo Zedda: a distanza di poco più di tre mesi dalla promessa di impegno nel trovare risorse e aiuti per abbattere l’odiosa tassa sui rifiuti, la realtà è diametralmente opposta. Tutti i cagliaritani dovranno fare i conti, quindi, con una Tari più salata, e non di poco. Zedda fa capire di essere andato a bussare alle porte della Regione, ma di non avere trovato una risposta, anche economica, adeguata. E il refrain “colpa di Zedda” è quanto mai dietro l’angolo. Il primo cittadino cerca di scansare uno dei “detti” che ovviamente meno tollera spiegando che “il 15% in più è frutto di un piano economico finanziario che ho ereditato. Le norme sono cambiate e non si può più intervenire in corso d’opera”. La questione delle premialità è tutta regionale: se si tratta Cagliari come, con rispetto parlando, Seneghe o Narbolia, realtà che a fatica arrivano a duemila abitanti, è chiaro che non c’è un tesoretto congruo per andare a piazzare qualche sconto in bolletta ai cagliaritani. Che, sicuramente, al momento del pagamento saranno furibondi. “Colpa anche del Tecnocasic, i lavori per la riqualificazione delle linee A e B dei forni sono bloccati da anni e c’ un contenzioso anche col Cacip”. Zedda fa due conti, a margine dell’intervista rilasciata a Casteddu Online e Radio Casteddu: “In alcune parti d’Italia si spendono novanta o 120 euro per smaltire una tonnellata di spazzatura, per lo stesso quantitativo a Cagliari se ne spendono duecento. È una sfida impari”. Per chi però è davvero in crisi c’è una mano tesa: “I servizi sociali aiuteranno chi è in difficoltà economica, abbiamo trovato le risorse. E prevediamo, per tutti, di ragionare su uno sconto per il 2025”.
Massimo Zedda ricorda che, dal suo primo anno come sindaco a oggi “la percentuale di differenziata è passata dal 28 al 76,5 per cento, percentuali che abbiamo fatto solo noi e la città di Trento. Significa che sui temi di tutela dell’ambiente, riscaldamento globale e altri sconvolgimenti abbiamo fatto la nostra parte”. Oggi resta il problema delle strade e rioni, ancora tanti, troppo sporchi: “Regge sempre una percentuale, purtroppo, di chi abbandona i rifiuti nelle vie, ecco perchè per il nuovo bando stiamo impostando alcuni aspetti da correggere. Gli incentivi? Non sono così cospicui da generare risparmi, come capita in una grande città. Laddove possibile via libera ai mastelli condominiali su base volontaria, in relazione alla conformazione delle abitazioni e degli spazi a disposizione”. E le isole interrate? Proprio impossibili da piazzare? “Le città che le hanno realizzate hanno usato risorse europee, con nostre risorse si finirebbe ad avere costi esorbitanti per la Tari”. Per non parlare dei cassonetti: “E capitava che gli mettessero fuoco, sprigionando quindi diossina. Non erano certo un bel biglietto da visita”. E, sempre a proposito degli aumenti in bolletta, una parte delle colpe va a chi “evade la tassa. Ma, per questo aspetto, abbiamo già siglato un accordo con la Guardia di Finanza, ragionando su come stabilire un protocollo di intervento”. Il primo cittadino, infine, osserva che, se da un lato la Tari aumenta, dall’altro i cittadini pagano meno di altre città il biglietto del bus, la sosta sulle strisce blu o il pass per zone a traffico limitato”. Chissa, però, se basteranno questi sconti a fare digerire a quasi centosessantamila persone il salasso della Tari.











