Il porto di Cagliari, nella zona di viale La Playa, resta “prenotato” da pastori e allevatori, molti dei quali arrivati con i trattori, per i prossimi due giorni: “E siamo pronti a chiedere rinnovi giornalieri”, spiega Roberto Congia, tra gli organizzatori della protesta e referente per il movimento Riscatto Agricolo che sta organizzando, da giorni, presìdi e blocchi in varie città italiane. A Oristano, al porto industriale, sono già comparsi una cinquantina di trattori: “E contiamo che ci siano manifestazioni anche nel nord dell’Isola”. L’incontro con Argea e Laore è stato utile: “I pagamenti per i premi comunitari verranno erogati a metà febbraio, comunque in ritardo”. E non è l’unica cosa che non va bene a chi coltiva i campi o alleva pecore, maiali e mucche. “Resteremo in presidio sino a quando non ci sarà un incontro col ministro Lollobrigida, la premier Meloni e anche la presidente della commissione europea Ursula Von Der Leyen”. E non è nemmeno detto che il semplice incontro possa portare a un rompete le righe: “Resteremo in presidio principalmente sino a quando presidieranno porti e zone sensibili i nostri colleghi delle altre regioni italiane, ma ci attendiamo novità positive e concrete”.
Su tutte un cambio di rotta sulla Pac, la politica agricola comune, che al momento non avvantaggia ma danneggia gli allevatori isolani, visto che non viene compreso un premio in denaro per l’allevamento di suini. E non solo, c’è tutta la diatriba sulle nuove regole e restrizioni dell’Europa per l’agricoltura: “Non siamo inquinatori e l’Europa non deve dirci come coltivare o allevare. I nostri prodotti, a differenza di farine di grillo e alimenti sintetici, sono sani”.











