Sono una settanta le pagine dell’ordinanza con la quale la gip Ermengarda Ferrarese ha disposto gli arresti domiciliari per Giovanni Paolo Chiama, il 18enne di Cagliari con simpatie marcate per fascismo e nazismo e, in parallelo, un odio profondo per gli stranieri. Le accuse sono tante, e tutte molto gravi: si va dalla propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa, passando per la tentata estorsione e tentata rapina aggravata, violenza sessuale aggravata nei confronti di minore, realizzazione, produzione e detenzione di materiale pedopornografico sino ad arrivare all’arruolamento con finalità terroristiche commesso per finalità di discriminazione o di odio etnico, nazionale, razziale o religioso, per favorire l’attività di associazioni o gruppi che perseguono le stesse finalità. Il giovane aveva aderito a un gruppo suprematista bianco. Le indagini della Digos sono durate un anno e già nel 2022 Chiama, all’epoca sedicenne, aveva collezionato delle denunce per minacce e bullismo. Il giovane è tutelato dall’avvocato Diego Mastromarino, che ha già sotto gli occhi l’intera ordinanza che delinea sicuramente uno scenario “complesso”. Casi simili, almeno nel capoluogo sardo, si faticano a ricordare.
Giovanni Paolo Chiama, a detta degli stessi investigatori, “si nutriva di odio e violenza”. La chat Telegram del gruppo russo Aast, di matrice accelerazionista, dove ha inviato foto e video choc delle sue “imprese”, tra immigrati scacciati dai bus o dai supermercati con tanto di offese, anche utilizzando un coltello. Un “lupo solitario” che, oltre alla scuola, aveva una minima vita sociale solo in palestra, sode andava almeno per due ore ogni giorno. Poi, tra smartphone e pc, usati anche per guardare tantissimi video di uccisioni di animali o esecuzioni dell’Isis, la sua vita oscura: a tutti, anche al padre, alla madre e ai fratelli, letteralmente sbiancati quando hanno visto i poliziotti arrestare il diciottenne, venendo solo in quel momento a conoscenza di tutto ciò che stava combinando da almeno due anni, incluso il tentato attentato alla mensa Caritas a Capodanno e i soldi chiesti a una minorenne col ricatto di un video di natura sessuale con lei protagonista. Nei prossimi giorni il ragazzo sarà interrogato dal gip.











