di Paolo Rapeanu
Da Muravera, da La Maddalena, dal Sulcis Iglesiente e, ovviamente, da Cagliari. Esplode di nuovo la protesta di cittadini, associazioni e sindaci locali contro la Regione e il piano legato alla sanità. Tantissima la rabbia di chi ha fatto anche centinaia di chilometri per far sentire la propria voce. Ci sono bandiere dei quatto mori, con la falce e il martello, ma soprattutto striscioni: “Zone interne disagiate sempre più abbandonate”, “difesa della sanità pubblica”, “la casa della salute non si tocca”. Giovani e anziani a “braccetto” per denunciare i tanti disagi che stanno vivendo e quelli che si prospettano all’orizzonte. E nel mirino degli organizzatori finisce il centrosinistra regionale.
“È un momento di ribellione popolare di tutti i sardi che si vedono derubati del servizio più importante, quello della salute, da sempre un diritto”, spiega Claudia Zuncheddu di Sardigna Libera, “le multinazionali stanno arrivando nella nostra Isola e stanno acquistando cliniche private, licenziano medici e infermieri per far posto ai loro uomini. Tutto ciò è vergognoso, ed è voluto da Pigliaru, Arru e Moirano, i distruttori della sanità sarda”.