Il conto alla rovescia sta per terminare, mercoledì prossimo riaprirà dopo quattro anni la torre dell’Elefante a Cagliari. Sbarrata per quarantotto mesi, la scoperta delle larve che stavano letteralmente mangiano il legno del monumento ha portato l’amministrazione comunale a spendere ben 430mila euro per le operazioni di disinfestazione e restauro della struttura, sempre sotto l’occhio vigile della soprintendenza. Tutti interventi necessari che hanno portato anche a qualche polemica, ma la priorità legata alla salvezza della torre non è mai stata messa in discussione dai tecnici e dagli esperti che hanno dovuto analizzare ogni millimetro del monumento, infestato dalle larve. Oggi non ci sono più, e il taglio del nastro è dietro l’angolo: “Si tratta di un momento che aspettavamo tutti, finalmente da mercoledì la torre dell’Elefante potrà essere riabbracciata dai cagliaritani e dai turisti che potranno godere di una vista mozzafiato da uno dei simboli della nostra città”, afferma il sindaco Paolo Truzzu. Che, sin dall’inizio della consiliatura, ha dovuto fare i conti anche con le lamentele, legate alle lungaggini delle operazioni, arrivate da una parte dell’opposizione: “Dovevamo fare un lungo lavoro insieme alla soprintendenza, si è trattato di un progetto di restauro molto complesso. Tutta la parte lignea”, ricorda il sindaco, “era a rischio crolli. È stato necessario far intervenire una ditta che, con tecniche speciali, è riuscita a ripristinare la sicurezza in tutto il monumento”.
Che, utile ricordarlo, non è stato nemmeno snaturato. Almeno, non totalmente: “Siamo riusciti a far mantenere, il più possibile, il legno originario. Un buon risultato”. Ora, la speranza è che la torre possa ritornare pienamente tra i monumenti inseriti nei tour dei vacanzieri”.