di Paolo Rapeanu
Una madre che stringe la mano della gioia principale della sua vita, il figlio. Fabrizio, sedici anni, due anni fa subisce un trapianto a causa di una leucemia linfoblastica acuta. Tutto va per il meglio, ma poi i genitori si accorgono che, purtroppo, il sedicenne ha un problema di crescita. E bisogna ricorrere alle medicine, una in particolare: “Il Norditropin, ha un costo molto elevato, 680 euro a fiala”, spiega Monia Cara, madre del sedicenne: “Ogni dose dura otto giorni, le iniezioni devono essere quotidiane. Ma dal nove agosto scorso, purtroppo, l’Assl ha interrotto la fornitura. Sono andata all’ospedale Binaghi e il medico è stato categorico”, denuncia la donna.
“Dopo la radio e la chemioterapia la crescita di mio figlio ha avuto un netto rallentamento. L’assenza improvvisa e duratura del medicinale rappresenta un problema, perché il tempo passa e lui rischia di non crescere. Per un sedicenne, soprattutto, questo comporta anche problemi psicologici”, spiega, mentre le lacrime le rigano il viso, la Cara, “lui vuole essere uguale agli altri, mi appello a chi deve dare i soldi per il Norditropin, cioè la Regione. C’è in tutto il resto d’Italia, qui in Sardegna non è la prima volta che capita. È ingiusto, a sedici anni, dover elemosinare la salute”.









