La crisi a Cagliari batte forte, anche a San Benedetto. Dopo sedici anni di gestione – l’esordio, datato 1976, con tanto di altro nome, “Pretta” – Gabriella Loddo alza bandiera bianca: “Svendita totale per cessata attività”, addio al Frivò, negozio specializzato nella vendita di tendaggi, tappezzeria e biancheria. Impossibile continuare a tenere aperto, c’è il de profundis: “Per la crisi, la gente si è impoverita e le strade sono diventate dei deserti. I centri commerciali, che qualitativamente non possono competere, sono frequentati perché la gente va per prendere fresco”, commenta la 64enne. L’attività rilevata dal marito all’inizio del Terzo millennio – poi venuto a mancare qualche anno fa – e gli scontrini che non sono più quelli di un tempo. Ma trova spazio anche una lunga accusa al Comune: “Pochi parcheggi, zero sicurezza, a San Benedetto non è stato fatto nulla, abbiamo avuto cantieri per tutto l’ultimo inverno tra buche e strisce. Qui, mentre al Poetto no”. Risultato? “Siamo morti, il Comune ha impreziosito il Largo e piazza Yenne, e gli acquisti lì sono aumentati”.
Duemiladue-duemiladiciotto. San Benedetto è cambiata? “Tantissimo, prima la gente era incuriosita e attirata dai negozi. Ho pensato a tentare di vendere anche su internet, ma i miei sono articoli particolari, come i tendaggi”. E allora, pian piano, la decisione di abbassare la serranda per sempre: “Ci ho pensato su per due anni, ho resistito finchè ho potuto, non posso sempre mettermi le mani in tasca per finanziare l’attività, tutto ha un limite. L’amministrazione comunale non ha creato eventi, avevo proposto sfilate in biancheria, prendendo due belle ragazze”. Ma poi non se ne è fatto nulla. “Fa male veder morire la propria attività e dover licenziare, nel mio caso, una ragazza bravissima e preparatissima che sta per compiere 40 anni. Devo abbandonarla, lei resterà senza lavoro”.












