A Cagliari altre storiche vetrine si stanno per spegnere, forse per sempre. In via Dante, la merceria Ciabatti è al capolinea dopo 55 anni ininterrotti trascorsi nel rione di San Benedetto. Ma ci sono documenti che parlano della merceria “datati 1904”. Lì, tra bottoni, aghi, fili e abbigliamento intimo, quattro generazioni di commercianti hanno conquistato migliaia di clienti. Ma negli ultimi anni, in una strada dove fioccano i cartelli affittasi e vendesi, i Ciabatti hanno aggiunto il loro: cedesi. Un modo come un altro sia per far capire ai clienti rimasti che a breve se ne andranno, sia per sperare che qualcuno voglia acquistare l’attività, per una “nuova vita”. E qualcuno ci sarebbe: “Siamo in trattativa con due persone, spero che l’attività continui”, esordisce Antonello Ciabatti, famoso sportivo (campione di vela) e da decenni alla guida della merceria con la moglie. “Il mondo cambia e cambiano le esigenze. Il periodo è difficilissimo, per mandare avanti un negozio ti ci devi dedicare 24 ore su 24 e a trecentosessanta gradi. Avevamo l’intenzione di chiudere prima del Covid, ma poi c’è stata comunque un’ondata di entusiasmo e sembrava che si potesse riprendere con numeri importanti”. Ma è stato un fuoco di paglia: “Un nuovo calo degli affari, poi ha anche inciso il fatto che mia moglie sia entrata di ruolo nel mondo della scuola, come insegnante”. E allora, un semplice due più due: “Cedesi attività, ma a prescindere noi ce ne andremo il prossimo 31 dicembre”. Cosa non ha più funzionato? Tante cose: “Ha inciso anche l’online, diciamo che non siamo stati bravi ad aggiornarci, non seguendo le evoluzioni del mercato. È anche vero che le mercerie non stanno passando un momento felice”, osserva Ciabatti, “un tempo le sarte confezionavano vestiti, ora li riparano. Chiaramente i numeri sono ben diversi, anche se abbiamo sempre lavorato bene con l’intimo”.
E arriva il “mea culpa” del commerciante: “Sarebbe servita una nostra presenza maggiore in negozio, un’attenzione maggiore. Forse, con un po’ meno di superficialità avremmo potuto fare qualcosa di meglio”. Ma ormai il dado è tratto: “Chi entrerà qui”, sempre che si concretizzi un’eventuale cessione, “avrà il vantaggio di avere tutta la merce e gli arredi”. Se dovesse capitare, visti i tempi, sarebbe quasi un miracolo. E il marchio storico, Ciabatti, verrebbe ceduto? Antonello è dubbioso: “È da valutare”. Certo, l’amarezza c’è comunque tutta: “Più un rammarico, legato ai ricordi della mia famiglia. Durante la guerra le mie prozie arrivarono a vendere la merce in casa dopo che le bombe distrussero il negozio di via Mazzini. Siamo riusciti a superare due guerre e non siamo stati bravi a superare questo periodo difficile, fatto di cambiamenti importanti e veloci. Il Covid? Ha purtroppo contribuito alla nostra decisione. Mi auguro solo di aver lasciato un buon ricordo tra i frequentatori di via Dante”. Che sono sempre meno, purtroppo.











