C’è il Covid che complica ulteriormente la situazione, già abbastanza grave, della sanità in Sardegna. I malati non sono sono quelli legati al virus, c’è tutta un’altra e lunga serie di patologie che devono essere curati. E gli infermieri, in sciopero oggi anche a Cagliari, protestano: “Servono assunzioni stabili e sicurezza, il personale è allo stremo e vanno potenziate le dotazioni organiche, oggi gli infermieri sono trattati come carne da macello”, tuona Gianfranco Angioni dell’Usb. “Nelle terapie sub intensive e intensive il rapporto tra infermiere e numero di pazienti non è rispettato” e, quindi, per gli operatori va a mancare “la dignità e il rispetto” utili “ad assolvere al loro mandato”. C’è poi la patata bollente della manovra di bilancio del 2021. Per gli infermieri è prevista un’indennità complessiva lorda “di 355 milioni di euro”. A testa sono “due euro netti al giorno. L’ennesima beffa, un contentino a fronte di condizioni di lavoro inaccettabili”. E, come se non bastasse, c’è anche l’attacco alla Regione che, stando al comunicato dell’Usb, “insiste con i pannicelli caldi e rilancia sulla sanità privata invece di potenziare la sanità pubblica”. Angioni è netto: “Non c’è dignità e rispetto nemmeno per gli altri operatori tecnici, gli Oss, i fisioterapisti: non sono nemmeno menzionati”.
E loro, gli infermieri del Brotzu, si sono raccontati a Casteddu Online. Tra turni extra, salti mortali, e lunghe code di pazienti che dovranno essere curati quando il primo ospedale della Sardegna riaprirà a tutte le visite, i mal di pancia sono tanti. Le loro testimonianze si possono leggere, nel corso delle prossime ore, sul nostro sito www.castedduonline.it









