Si chiama crisi, si legge città sempre più spettrale dal punto di vista economico. A Cagliari ci sono attività storiche che continuano a chiudere, per non parlare degli imprenditori giovani che non possono nemmeno contare su chissà quanti risparmi. Il dramma si vive in pieno centro: mettendo da parte la lunga via Dante delle infinite croci, nuovi addi spuntano nelle stradine laterali. In via Cocco Ortu è durato 16 mesi il tentativo di un commerciante di vendere torroni e caramelle: negozio chiuso, mobili e scaffali già portati via e tanti saluti al rione di San Benedetto. Dopo decenni, stessa sorte è toccata a un negozio di abbigliamento e articoli per la casa in via Lai: vendesi o affittasi, in questo caso alla chiusura va aggiunto anche il fatto di avere sul groppone il negozio. Chiuso, ovviamente, non rende e ha solo costi: e allora si può solo sperare che ci sia chi è pronto a prenderlo almeno in affitto. Due croci a pochi passi da quel mercato di San Benedetto che, tra qualche mese, sarà chiuso sino al 2026 per cambiare totalmente volto.
Ancora, via Sonnino. Una piccola gioielleria ha chiuso e sulla porta a vetri c’è un cartello: vendesi. Non solo le mura, in questo caso, ma anche lo shop online, cioè il sito e i probabili profili Facebook e Instagram che hanno fatto sperare, a un commerciante, di riuscire a reggere nella Cagliari che, commercialmente, sta sempre più diventando un deserto. A parte il food, ma quello è un discorso a parte.










