In viaggio per motivi di salute, costretto a stare in Lombardia senza soldi, bancomat e documenti. È questa la disavventura capitata a Fabio Barbarossa, 66 anni, medico sardo in prima linea nei mesi scorsi, durate il periodo più buio del Covid. Il suo portafoglio è sparito ai controlli dell’aeroporto di Elmas, ieri. Barbarossa ha preso uno degli ultimi voli Alitalia, direzione Milano, per poi raggiungere un clinica specialistica. Qualcuno, però, avrebbe allungato la mano in uno dei cestini che passano nello scanner accanto ai metal detector. Una beffa e un bel problema, per il medico, che spiega che nelle prossime ore farà una denuncia. Ecco, di seguito, il suo racconto spedito alla nostra redazione.
Aeroporto di Elmas Cagliari,
“A causa di un grave tumore maligno al cervello, diagnosticato da me medesimo in quanto medico di me stesso nel mese di giugno, mi ritrovo ormai tra i tanti sfortunati sardi a percorrere i viaggi della speranza col resto del mondo. La mia speranza, con la “s” minuscola, è quella di essere seguito da una equipe dell’Humanitas, in particolare da un neurochirurgo di fama nazionale e oltre, Andrea Cardia, laureato a Cagliari e originario di Muravera, che con grande capacità, insieme alla sua equipe, è riuscito ad asportare il tumore. In questi ultimi due mesi ho vissuto a spese mie in un B&B di Rozzano, nelle vicinanze dell’Humanitas, dove ho praticato la Chemioterapia e la Radioterapia. Ieri, 14 ottobre 2021, avevo sempre qui un esame determinante, la Rmn encefalica, per valutare se la terapia avesse poi dato buoni risultati e in definitiva quale fosse stata la mia aspettativa di vita.
A parte il rischio di non poter partire con Alitalia nel volo Cagliari – Milano Linate, dato i fatti accaduti nei giorni scorsi, dove migliaia di sardi sono rimasti a terra, miracolosamente il mio volo AZ 1565 ha seguito la sua procedura e, grazie a Dio, ho seguito tutti gli accorgimenti e per la partenza. Quando sono giunto al metal detector sono stato invitato dal personale di sicurezza a depositare su delle ceste di plastica su dei tappeti mobili, tutto ciò che poteva creare problemi alla sicurezza del volo. L’unica cosa che ho consegnato è il mio computer, il cinto per i pantaloni, e qualcosa di metallico che avevo nelle mie tasche anteriori. Il mio passaggio attraverso il metal detector è stato però segnalato da un sistema acustico col quale venivo invitato da una gentile signora a controllare ulteriormente le tasche e se avessi protesi o qualcosa di metallico addosso. Niente da fare. A questo punto la funzionaria ha chiesto l’aiuto a un suo collega che attraverso due strumenti elettronici ha esplorato tutto il mio corpo alla ricerca di qualcosa di pericoloso. In effetti, nella tasca posteriore destra dei jeans avevo un portafoglio in pelle nera con una cerniera lampo nel quale erano contenute due tessere bancomat, la patente di guida, la tessera sanitaria, la tessera di appartenenza alla Associazione Nazionale Carabinieri e accanto a questo una manciata di monete e due piccole chiavi di un lucchetto, a protezione della piccola valigia imbarcata nella stiva dell’aereo. Questo pericolosissimo armamentario mi è stato portato e catapultato in una delle tante ceste di plastica. A quel punto, dopo vari tentativi, sono riuscito a transitare nella parte giusta. L’unico problema era che a parte il computer e la cinta dei pantaloni, che sono stati da me ritrovati, del portafoglio, delle monete e delle due micro-chiavi, messe nella cesta dal funzionario, nessuna traccia. Ho manifestato il mio disappunto e qualcuno, dopo la mia insistenza e disperazione, visto che da lì a breve mi sarei dovuto imbarcare per Linate, mi ha accennato che qualche ladro si sarebbe potuto impossessare dei miei beni indispensabili. Dai funzionari della sicurezza sono stato accompagnato all’ufficio di Polizia dell’aeroporto dove mi è stato confermato che tutto è compatibile con un furto e di li a poco avrebbero controllato tutti i filmati di sicurezza e nel frattempo avrei dovuto fare una denuncia per furto contro ignoti. Questo a discapito della mia salute, dovendo rinunciare ad un intervento fondamentale per la mia esistenza futura. Ho scelto la salute. Sono arrivato alla Humanitas, ho fatto una Rmn cerebrale con Mdc, solo dopo mi sono accorto di non avere documenti, di non avere qualche soldo almeno per mangiare o bere una bottiglia d’acqua, in quanto le Bancomat erano state subito bloccate. Un ulteriore problema ad una vita, in questo momento, particolarmente difficile. Oggi, 15 ottobre 2021, sarò in una Caserma dei Carabinieri per fare regolare denuncia e soprattutto per capire se un ligio, si fa per dire, funzionario possa permettersi di trattare le cose altrui, specialmente se trattasi di un portafoglio dove erano presenti beni indispensabili per la vita delle persone, senza un minimo di coscienza e responsabilità professionale. Bastava aspettare qualche minuto per avere la certezza che io fossi venuto in possesso del mio portafoglio, in questo caso la mia vita. A conclusione di tutto ciò, nella valutazione dei filmati da parte dei responsabili, pare si sia visto che qualcuno si è impossessato del mio portafoglio. Impunemente”.










