Il suo cellulare ha squillato all’improvviso, lei ha visto il numero di telefono e, “per motivi di privacy”, ha deciso che quella telefonata non doveva essere ascoltata “da mio marito e mio figlio”. Così, N.A, infermiera in pensione di 63anni residente a Cagliari, è uscita dal portone della sua abitazione. Dopo pochi minuti, però, sono passati due agenti della polizia Municipale in bicicletta: “Ha l’autocertificazione per stare in strada?”, le ha chiesto una vigilessa. La donna, dopo aver chiuso in fretta e furia la chiamata, ha risposto: “No”. E la multa perchè “camminava all’interno del territorio comunale senza comprovate esigenze lavorative o di assoluta necessità o urgenza, o di salute” è stata inevitabile. Quattrocento euro tondi tondi, con lo sconto e la possibilità di pagarne 280 entro un mese. Una multa, l’ennesima, legata alle nuove regole sugli spostamenti ai tempi del Coronavirus. Tuttavia, la donna non fa fatica a spiegare di aver capito che, “entro i duecento metri dalla propria abitazione, la passeggiata sia permessa”. Invece no, si salva solo chi ha un cane.
“Per me è un’ingiustizia, non sono una persona che infrange le regole. Volevo solo un po’ di privacy, nulla di più. Non è chiara la distanza dei 200 metri, e io ero davanti al mio portone. Parlerò col mio avvocato, voglio fare ricorso”.










