Sardi in casa ma pazzi per il formaggio: in tempi di pandemia aumenta a dismisura il consumo del pecorino

“Secondo le nostre analisi, l’attuale trend produttivo deriva principalmente da due fattori”, spiega il presidente del Consorzio di tutela del Pecorino Romano DOP, Salvatore Palitta. “Il primo: la produzione  della corrente campagna casearia si è svolta in maniera regolare, al contrario di quella dello scorso anno, fortemente condizionata dalla vertenza latte. Infatti, quest’anno a febbraio abbiamo un +80,85% rispetto a febbraio 2019 quando, in piena emergenza, la produzione delle aziende si era ridotta notevolmente o addirittura azzerata”. La seconda motivazione è legata invece alla pandemia, ancora in corso, da Covid19


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Crescono nettamente produzione ed export negli Usa, vola la vendita nei discount, cala leggermente quella nei supermercati e ipermercati, con qualche variabile. La fotografia immortala la situazione fra ottobre 2019 e marzo 2020 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. 

PRODUZIONE, OLTRE IL 30% IN PIU’ – L’incremento registrato fra ottobre 2019 e marzo 2020 rispetto agli stessi mesi della precedente campagna casearia è precisamente del +30,11%. “Secondo le nostre analisi, l’attuale trend produttivo deriva principalmente da due fattori”, spiega il presidente del Consorzio di tutela del Pecorino Romano DOP, Salvatore Palitta. “Il primo: la produzione  della corrente campagna casearia si è svolta in maniera regolare, al contrario di quella dello scorso anno, fortemente condizionata dalla vertenza latte. Infatti, quest’anno a febbraio abbiamo un +80,85% rispetto a febbraio 2019 quando, in piena emergenza, la produzione delle aziende si era ridotta notevolmente o addirittura azzerata”. La seconda motivazione è legata invece alla pandemia, ancora in corso, da Covid19. 

“La crisi dei formaggi freschi, o a ridotta stagionatura, è la conseguenza diretta del blocco di alcuni canali commerciali quali i mercati tradizionali, l’Horeca, la ristorazione collettiva, i bar, a seguito dell’emergenza sanitaria dovuta al coronavirus. Le aziende di trasformazione hanno perciò orientato le produzioni verso tipologie di formaggi a lunga stagionatura e a lunga conservazione, come appunto il Pecorino Romano”. 

Quasi impossibile, in questo momento, immaginare cosa accadrà nei prossimi mesi: l’andamento stagionale particolarmente incerto potrebbe portare a variazioni sostanziali difficili da prevedere.

EXPORT IN AUMENTO NEGLI STATI UNITI – I primi dati sull’export disponibili per il 2020 sono quelli diffusi dal Dipartimento del commercio USA. Nei primi due mesi di quest’anno è stato registrato un aumento del 27,5% in volumi e un +24,7 in prezzo unitario (dollari al chilo). “Un mercato, quello statunitense, che per il pecorino romano si conferma solido e con ulteriori possibilità di crescita”, sottolinea Palitta. 

GRANDE DISTRIBUZIONE IN ITALIA, E’ BOOM DISCOUNT – Ottime, in questi primi tre mesi dell’anno, le performance delle vendite di Pecorino Romano nei discount, secondo i dati di Nielsen RMS (Retail Measurement System) elaborati da Ismea sulla Grande Distribuzione Organizzata in Italia.  Nei Discount, il pecorino romano ha venduto il 45,9% in più in volume e il 41,7% in più come valore complessivo.

SUPER E IPERMERCATI, DATI IN CALO – Dopo i risultati positivi del 2019, la vendita del Pecorino Romano mostra una contrazione, in questi primi tre mesi del 2020, pari al -9,8% in volume e  al -3% in valore totale. Il dato complessivo è il risultato del saldo fra le vendite a peso variabile in netto calo (ovvero il formaggio porzionato dagli addetti interni del supermercato e messo in vendita già pronto nei banchi frigo) e quelle a peso fisso in altrettanto netto aumento (il formaggio che arriva già porzionato e con identico peso nei banchi della Gdo). La contrazione ha dunque caratterizzato le vendite a peso variabile, con un -12,3% in volume e un -5,7% in valore, mentre le vendite a peso fisso sono aumentate dell’11,8% in volume e del 16% in valore. “Le vendite a peso variabile hanno inciso per l’87% circa sulle vendite complessive di Pecorino Romano in volume e in valore, con una contrazione che ha caratterizzato tutti e tre i mesi. Allo stesso tempo – spiega Palitta – l’aumento delle vendite a peso fisso è stato intenso a gennaio, con il +9,8% in volume e il +9,4% in valore, e soprattutto a marzo con il +36,1% in volume e il +40,5% in valore. Questi dati confermano la tendenza dei consumatori a scegliere prodotti di più facile conservazione, dovuta alla pandemia in corso”.  

PREZZI IN AUMENTO, EFFETTO PANDEMIA – E’ infine interessante sottolineare l’aumento complessivo del +6,5% del prezzo medio (euro al chilo) del Pecorino Romano, dato complessivo di Supermercati e Discount. Un incremento probabilmente dovuto alla decisione di alcuni grandi distributori di aumentare i prezzi medi al consumatore, che hanno purtroppo approfittato della corsa agli acquisiti dovuta all’emergenza sanitaria. 


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