25 anni medico del 118, ora medico di base, padre e collezionista, ha vissuto gli scenari più crudi che la cronaca riporta e, forse anche dovuto a ciò, riesce a catturare e valorizzare le bellezze e le potenzialità del capoluogo sardo. Opera anche nel volontariato, è dedito alla formazione al primo soccorso e, tra l’ambulatorio medico e le numerose attività inerenti alla sua professione, ammira orgoglioso la città del sole, quella dalla quale è impossibile allontanarsi e per la quale vuole dedicare più tempo. “Amo Cagliari, i suoi colori, i suoi suoni, mi hanno insegnato a amarla mio padre e mia madre. Ho più tempo da quando ho smesso con l’emergenza 118, voglio dedicarlo alla città in cui son nato. Cagliari è una città antica eppure giovane e può diventare città di cultura anzi museo a cielo aperto. Può essere città universitaria e città per chi vuole godere della sua tranquillità e del suo sole” una città aperta, “di porta verso tutta la Sardegna”, una riflessione lo costringe a sognarla come “luogo accogliente e sicuro come era alla sua fondazione ben 1000 anni prima di Roma”. Una “città di cultura viva, ospitale per studenti e famiglie, città sicura e piacevole da vivere. Cagliari amata che ama”. Una dedica, insomma, al capoluogo sardo, meta tanto sognata da molti e punto di ritrovo per i vacanzieri che, in eterno movimento nelle grandi metropoli nazionali, in quella sarda riescono a coniugare serenità e momenti di puro relax tra mare e attrazioni storiche e culturali.
Non vive proprio un bel momento Cagliari, da anni i malumori dei cittadini sono quasi all’ordine del giorno, spunta, quindi, la riflessione di Cadeddu come un incoraggiamento ad attendere tempi migliori e a non dimenticare le potenzialità che ha. Soprattutto, però, una dedica d’amore verso il territorio, quello che regala la possibilità di vivere a due passi dal mare e in mezzo a un patrimonio di inestimabile valore che, spesso, poiché scontato, è quasi ignorato e che, invece, deve richiamare l’attenzione di tutti al fine di proteggere la fortuna che si ha.











