È ben conosciuto in tutto il territorio, in pochi anni ha messo in piedi un rifugio per tanti animali che, destinati a una vita incerta o a essere consumati come pasti, trascorrono le giornate all’aria aperta, tutti insieme, come la loro natura richiede. Ed è così che è diventata meta di approdo per tante famiglie, coppie di anziani e bambini, come un ragazzino di appena 11 anni che, ogni giorno, si dirige nel terreno di Giganti per osservare i suoi amici a quattro zampe: è appassionato a tal punto da conoscere caratteristiche e cure “più degli esperti” commenta Giganti che gestisce i componenti dell’oasi come una grande famiglia allargata. Un lutto, però, di recente ha frenato l’entusiasmo dell’uomo: una delle capre, Nocciolina, in procinto di partorire ha avuto delle difficoltà. Un parto gemellare, i capretti morti nel ventre della mamma e l’impossibilità di reperire un veterinario per salvare la capra. Una richiesta di aiuto incessante, per due giorni, il tentativo effettuato con la mamma, pur di salvare l’animale, di estrarre i corpi dei piccoli manualmente. Operazione riuscita, ma la capra, sicuramente troppo provata e con un’infezione in corso, è deceduta tra le lacrime dei presenti. “La mia è un’oasi senza alcun fine se non quello di accogliere gli animali che mai andranno al macello. Non sono da reddito ma animali da compagnia. Purtroppo le particolarità burocratiche, a oggi, non hanno ancora definito l’oasi e non sono in possesso dei codici per richiedere un intervento preposto da parte dei veterinari della Asl. Per Nocciolina ho chiesto ausilio anche privatamente, pur di salvarla avrei speso la cifra richiesta, ma gli specialisti erano impegnati altrove”. Un giorno che doveva essere di festa, come quello che ha segnato la nascita di un asinello, cucciolo che è diventato da subito la mascotte dell’oasi, si è trasformato invece in un dramma. “Sono animali e sono vite, e come tali meritano tutto il rispetto e l’attenzione”. Ed è sulla questione del benessere animale, quindi, che si concentra l’attenzione: la pratica sposata dalle amministrazioni comunali, al fine di indurre al rispetto e la salvaguardia di tutte le specie, deve essere un diritto per tutti. Insegnare ai più piccoli le basi fondamentali della convivenza pacifica anche con gli animali induce a una crescita serena e responsabile. Una richiesta, dunque, che le peripezie burocratiche si concludano celermente “per evitate che in futuro si possano ripresentare scenari di sofferenza come quello avvenuto per mamma capra morta di parto”.