Dai banchi alle tende, con una passerella per andare in bagno e zero finestre durante le lezioni, che si svolgeranno in un campetto da calcio. La decisione della dirigente della scuola di via Stoccolma a Cagliari, Marcella Vacca, avvallata dal Comune, fa infuriare i genitori dei duecento bimbi che, da ormai quasi due anni, non possono frequentare normalmente l’istituto perché è pericolante. Le chat dei genitori sono bollenti, ci sarebbe chi ha già promesso di imbastire un’azione legale. “Siamo allibiti per tutta la situazione. Io sono una rappresentante di classe e posso dire di non essere stata informata su nulla di tutto ciò che stava accadendo”, afferma Ilaria Kalb, madre di un bambino di nove anni. “Abbiamo saputo tramite chiacchere di piazzetta che era stato indetto un consiglio d’istituto straordinario. Se la questione fosse uscita fuori prima, sicuramente molti di noi avrebbero cambiato di scuola i bambini. Mio figlio quest’anno è in quinta, ha fatto il primo anno a metà a casa per il Covid, il secondo con la mascherina e le ristrettezze, il terzo anno è stato spedito a Selargius, il quarto relegato in mezzo istituto e ora farà lezione nelle tende della protezione civile. Direi che per dei bambini così piccoli questo è troppo”, tuona la Kalb. “Passi l’emergenza covid che non è dipeso da nessuno, ma la situazione dell’istituto poteva decisamente essere risolta in maniera differente da ormai due anni! La cosa più assurda è la totale mancanza di comunicazione tra la scuola e le famiglie. Non sarà più la scuola ma la tendopoli di via Stoccolma”.
Un altro genitore furibondo è Mario Paini, padre di un alunno di otto anni: “C’era la possibilità di andare in aule nuove alla Italo Stagno, invece la dirigente ha scelto delle tende. Non sono d’accordo, è assurda come decisione. Stanno trattando i nostri figli come se fossero terremotati. Qui è questione di intelligenza, la soluzione più comoda e sicura era a portata di mano”.











