Curarsi, controllarsi, sperare di tornare a vivere una vita normale. A Cagliari, e in generale in Sardegna, per molti, è ancora un miraggio. C’è chi ha avuto un grave incidente e, dopo essere finito in Piemonte per le cure, è tornato nell’Isola ma, per fare semplicemente delle radiografie, ha dovuto finire tutti i soldi della pensione. E chi, operata al Brotzu, convive da più di un anno con una sacchetta attaccata all’intestino e prega di varcare di nuovo le porte dell’ospedale. Casi su casi, raccontati mettendoci la faccia, in un’estate ancora molto torrida anche sul fronte della sanità. In attesa che la mossa dell’assessore regionale Mario Nieddu possa dare i suoi eventuali frutti (lo stop alle visite in intramoenia per snellire le liste di attesa) c’è chi, ancora, soffre. Piero Pani, 66 anni, dopo un grave incidente stradale è andato a farsi curare in Piemonte: ““Portato al Brotzu, volevano dimettermi quasi subito. Mia figlia mi ha portato in Piemonte, ho 6 costole spaccate e un braccio ko. L’assicurazione non si fa viva, sono un pensionato e le spese stanno raggiungendo livelli insostenibili”. A giugno, tornato nell’Isola, ha dovuto sborsare 722 euro per cinque radiografie: “Spalla, ginocchio, braccio e gamba sinistra, bacino e femore. Tutto in privato, il Cup non mi ha trovato un posto libero da nessuna parte. La mia pensione è di poco superiore ai 700 euro, in un colpo solo ho speso più di quanto mi è arrivato: sono schifato, e con altre cure, verifiche e consulenze, arriverò a dover spendere più di 4mila euro”, dice, guardando mestamente il suo conto in banca quasi prosciugato.
Non va meglio a Fernanda Nocera, 76enne di Quartu. È il figlio Alessandro Soro a raccontare la sua odissea: “Mia mamma nell’aprile del 2021 è stata operata al Brotzu in Chirurgia d’urgenza, alla vescica e al retro. Una colonstomia”, afferma, “da quel giorno le hanno messo il sacchetto intestinale con l’impegno di toglierlo dopo due o tre mesi. Stiamo ancora aspettando, abbiamo scritto varie email di protesta all’Urp dell’ospedale, ci hanno promesso per l’ennesima volta che, forse, la settimana prossima definiranno la data della preospedalizzazione. I medici hanno sempre rimandato dicendo che era colpa del Covid, ma è possibile che tutto debba pagare il virus? Mia madre sta pensando di rivolgersi ad un avvocato, l’ha scritto anche nelle email spedite al Brotzu. È una situazione davvero incresciosa, è purtroppo normale dire che ci sentiamo abbandonati”.










