Tutte le bancate occupate, c’è chi ha dovuto assistere dal marciapiede al funerale di Massimo Melis, il 29enne cagliaritano morto sabato scorso in viale Marconi. Almeno cinquecento persone hanno voluto salutarlo per l’ultima volta, riempiendo in ogni ordine di posto la piccola chiesa del Buon Pastore, tra via San Benedetto e via Verdi a Cagliari. Era papà di un bimbo di due anni, Massimo Melis: immenso il dolore della sua compagna, Sara, e dei genitori del giovane, molto conosciuto anche in ambito sportivo. Era infatti “di casa” nella palestra della società sportiva Eleonora D’Arborea: la palestra, oggi, è rimasta chiusa per lutto. “Ciao, piccolo grande lottatore”, queste le parole utilizzate, sui social, dalla società. “Grandissimo ragazzo e grandissimo agonista. Una persona davvero di rara cordialità, educazione e rispetto. Davvero un ragazzo delizioso”, scrive, a Casteddu Online, uno dei suoi tanti compagni di palestra. Al termine della messa, la bara è stata trasportata al cimitero, “scortata” da alcuni amici motociclisti del ventinovenne.
L’incidente che è costato la vita al giovane, molto stimato anche sul lavoro (era caposala nella bisteccheria de Le Vele), è avvenuto verso l’1:30 di sabato scorso. A colpire lui e la sua Honda una Nissan Qashqai guidata da un sessantenne di Capoterra, che è stato denunciato per omicidio stradale.












