Una diffida, intestata al suo locale, “a non esigere la carta verde, green pass”, firmata da una donna e data a Marco Milia, ristoratore cagliaritano. Nel foglio vengono citati stralci di articoli del regolamento europeo del “divieto alla discriminazione diretta o indiretta per chi sia impossibilitato alla vaccinazione” e per chi “ha scelto di non essere vaccinato”. Più altre righe con rimandi a obblighi sanitari e presunte richieste illegittime. Chi ha firmato il documento “è una donna che è entrata nella mia focacceria insieme a due ragazzi. Ha chiesto di potersi accomodare per consumare, le ho subito chiesto il green pass rafforzato e lei, per tutta risposta, ha tirato fuori dalla borsetta il foglio, l’ha firmato e me l’ha consegnato, promettendomi che avrebbe anche sporto denuncia”, racconta Milia, che ha pubblicato su Facebook la lettera.
Il ristoratore è rimasto sbigottito: “Sto solo facendo rispettare la legge, il Governo impone che, per mangiare nei tavoli interni o esterni, sia richiesto il green pass rafforzato”. Milia esprime dei dubbi, più simili a paure: “Se dovessi davvero essere denunciato chi mi tutelerà? La cliente dice di sentirsi discriminata, so che lettere identiche sono state date anche ad altri miei colleghi. Così ci sentiamo come tra l’incudine e il martello”. Tra i tanti commenti ricevuti c’è anche quello di Emanuele Frongia, presidente della Fipe Confcommercio: “Marco, tu segui la legge. Mica te lo sei inventato o di punto in bianco hai scelto di fare questa azione. È come se ti si presenta un automobilista e ti dicesse ‘se ti rifermi al rosso ti denuncio’. Tu stai seguendo il codice della strada e fine. Basta leggerlo per capire che non ci sarebbe manco la sanzione. Vi prego non date credito a queste pagliacciate”.










