L’ordinanza di Truzzu nega le docce in azienda. E così, costretti a lavarsi a casa loro dopo turni di lavoro a contatto con germi e batteri e della spazzatura e con la minaccia del coronavirus, i lavoratori del servizio di Igiene urbana di Cagliari minacciano di fermarsi e interrompere il ritiro dei rifiuti.
Tutto nero su bianco nella diffida che la Fiadel (Federazione italiana autonoma dei dipendenti degli enti locali) sarda ha spedito al Comune, al trio di imprese che gestisco il servizio, al Prefetto, ai Nas e alla Asl. I sindacati chiedono alle autorità di vigilanza di voler valutare l’obbligo dei lavoratori al rientro al proprio domicilio indossando gli abiti di lavoro adoperati in ambienti potenzialmente ad alto rischio, trasferendo le possibilità di contagio del virus Covid in modo incontrollato ai propri familiari.
Chiedono anche di valutare anche il fatto che la salute dei lavoratori medesimi venga compromessa anche da altri fattori come batteri, microrganismi e sostanze inquinanti depositate negli indumenti dai lavoratori nel corso della giornata lavorativa. Infine chiedono di intimare alle aziende misure più idonee allo scopo di contenere il diffondersi dell’epidemia e altre malattie. Soluzioni potrebbero essere: cambi sufficienti a permettere il lavaggio giornalieri degli indumenti di lavoro a carico delle aziende, sanificazione giornaliera di docce spogliatoi e frazionamenti dell’ingresso in servizio in funzione del numero degli spogliatoi docce.
I sindacati minacciano nuove iniziative di lotta, compresa l’interruzione del servizio.









