I soldi? Mai arrivati, in compenso sono arrivate tantissime legnate sotto forma di avvisi di pagamento per multe stradali e, addirittura, Tari. Gli ambulanti di Cagliari, “alla fame dopo due anni di stop per colpa del Covid”, hanno assediato nuovamente il Comune. Non palazzo Bacaredda, in via Roma. Stavolta, in una trentina, si sono presentati negli uffici delle Attività produttive, in piazza De Gasperi. Capitanati da Mauro Zedda, segretario di Ambulantando, hanno chiesto come mai, al posto dei ristori, avessero ricevuto solo gli avvisi delle multe da dover pagare: “Truzzu, siamo l’unica città italiana che non ha attuato le misure previste per i piccoli commercianti e gli operatori su suolo pubblico. Anzi, con un sotterfugio Cagliari ha concesso dei sostegni, che non sono mai arrivati, mandando nel contempo agli interessati migliaia di euro da pagare per delle fantomatiche sanzioni di verbali vari, tra multe stradali e Tari degli anni precedenti”, denuncia Zedda, “con Pec mandate con termini di pagamento ridottissimi e bloccando”, di conseguenza, “la richiesta di nuove autorizzazioni. Questa azione fortemente discriminatoria nei confronti di una categoria che tenta di riprendersi dopo anni di fermo va condannata in tutti i modi”.
Paninari e torronai hanno chiesto, ancora una volta, spiegazioni. E si sono vissuti momenti di tensione, con da una parte gli ambulanti furiosi e, dall’altra, i lavoratori degli uffici delle Attività produttive, tanto che è dovuta intervenire la polizia Municipale per riportare ordine e serenità. Ma gli ambulanti vanno avanti con la loro protesta: “C’è da chiedersi, oltretutto, come si possono pagare tutte questi fantomatici verbali, magari pure prescritti, se ci viene impedito di lavorare. Il Comune di Cagliari si distingue sempre, fra quelli della Sardegna, per i numerosi pasticci che combina durante il rilascio delle concessioni. Questa volta ha proprio esagerato . Andremo giorno negli uffici per avere delle risposte in merito. Se durante il lockdown siamo rimasti a casa, adesso saremmo in piazza e niente ci fermerà: stiamo facendo la fame”.












