La transizione energetica che avanza: tra progetti controversi e proteste cittadine si avvicina il dibattito in consiglio comunale sul nuovo gassificatore. Che sorgerà a Giorgino, dentro il territorio di Cagliari, a due passi da Macchiareddu e dal portocanale.
Negli ultimi giorni, il consiglio comunale di Cagliari è stato al centro di accesi dibattiti sulla transizione energetica e sulle sue ricadute nel territorio. A dominare le polemiche, oltre al controverso progetto di un parco eolico off-shore nel Golfo degli Angeli, è la proposta di costruzione di un gassificatore nell’area di Giorgino.
Il progetto prevede la realizzazione di un deposito di gas naturale liquefatto (GNL) e un impianto di rigassificazione, una prospettiva che ha suscitato forti preoccupazioni tra i cittadini. L’opposizione al progetto è iniziata già da tempo: ad aprile scorso, il Consiglio di Stato ha dato il via libera all’iniziativa, respingendo il ricorso presentato dal comitato di quartiere Villaggio Pescatori. Tuttavia, la battaglia legale non sembra essere conclusa. La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha recentemente accettato di esaminare il ricorso contro il decreto ministeriale che autorizza l’impianto, lasciando aperta la possibilità di valutare eventuali criticità ambientali e sanitarie. Le principali preoccupazioni dei cittadini riguardano la vicinanza del gassificatore alle abitazioni, che andrebbe a compromettere la qualità dell’aria. Una posizione condivisa dal consigliere comunale Marcello Corrias, il quale ha espresso forti preoccupazioni su entrambi i progetti energetici: “Non sono contrario alla transizione energetica” ha dichiarato Corrias, “ma questa non deve avvenire a discapito della salute dei cittadini e del valore complessivo della città”. Il consigliere ha poi proseguito: “Rischiamo di diventare una zona industriale a cielo aperto”. Particolarmente critica è stata la sua valutazione sulla possibile costruzione del gassificatore: “Corriamo il rischio che l’aria diventi irrespirabile, compromettendo irrimediabilmente il valore della città, andando a svilire il nostro patrimonio”. La vicenda ha acceso il dibattito sulla necessità di bilanciare la transizione verso fonti energetiche più sostenibili con la tutela del territorio e della salute dei cittadini.












