Decine di anestesisti che scrivono alla Procura e che, testualmente, ammettono di “non potere garantire la salute ai bambini”. Ai piccoli del Microcitemico di Cagliari, per l’esattezza, ospedale sempre più simile ad una polveriera. La politica ha fallito ogni tentativo di ritorno alla normalità, con fiumi di promesse rimaste tali e una bruttissima e grandissima ombra che avvolge l’Asl. Con la salute non si scherza, lo sanno bene all’Asgop. L’associazione diretta da Francesca Ziccheddu si è rivolta ai Nas, tanto per accerchiare tutti i problemi e le grane interne e informare quante più autorità possibile: “Due bambini sono stati colpiti da uno choc anafilattico. Uno il 17 marzo, si tratta di un undicenne, l’altro due giorni prima. Se la sono visti davvero brutta”, denuncia la Ziccheddu. “A noi la forza d’animo non manca e non manca neanche a tutti i medici che ci assistono, che fronteggiano e suppliscono ogni giorno alle gravi carenze organizzative causate da una politica scellerata. Non è mancato il coraggio ai medici anestesisti del Santissima Trinità, che ringraziamo per la loro grande disponibilità e ai quali va tutto il nostro sostegno per l’esposto presentato. Il sindacato degli anestesisti denuncia la stessa situazione che noi accusiamo e descriviamo da mesi. Adesso non siamo più solo noi pazienti e le nostre mamme, sempre ‘troppo’ preoccupate, no. La gestione di una malattia complessa come il tumore pediatrico non può essere affidata all’ iniziativa dei singoli che dovrebbero operare su base volontaria e fuori dal loro orario di lavoro, testuali parole delle convenzioni”.
Rabbia e disperazione sono ai livelli massimi. “Le competenze pediatriche non si possono acquisire con uno schiocco delle dita e le specialità pediatriche di cui abbiamo bisogno stanno tutte in un’altra sede, nell’ospedale da cui ci hanno scorporato, al Brotzu”. E poi un’aggiunta, doverosa, sui due casi di choc: “Lunghe, assurde, interminabili telefonate per trovare una soluzione che non c’è. I posti letto pediatrici ci sono, sono al Brotzu, ma non sono per noi. Un racconto dettagliato lo abbiamo depositato ai Nas, ad integrazione dell’esposto presentato in procura. Ancora, lanciamo l’allarme per il nostro Centro Trapianti, unico in questa nostra isola, che trapianta piccoli pazienti di oncoematologia e talassemici: è a rischio chiusura. La visita pre-ispettiva per l’accreditamento ha evidenziato che il centro andrebbe incontro a chiusura nell’audit di settembre perché mancano i livelli assistenziali indispensabili che prima erano garantiti dal Brotzu e dalla sua rete di specialisti. Avete idea di cosa voglia dire affrontare un viaggio nel continente per fare un trapianto? E questi sono solo alcuni dei problemi più gravi, altri potrebbero sembrare meno impattanti ma portano comunque alla paralisi di un sistema. Per esempio i nostri piani terapeutici rientrano tutti in studi clinici che devono essere gestiti da una struttura aziendale che si coordini con il centro Aieop e il Comitato Etico per l’approvazione. Unica struttura aziendale accreditata è al Brotzu, mentre cinque dei nostri piani terapeutici giacciono nel cassetto, in attesa che dirigenti e politici decidano con coraggio il da farsi. Questo pomeriggio una delegazione di mamme dell’associazione Asgop sarà in assessorato per rappresentare dettagliatamente la situazione drammatica ancora e ancora, fino a trovare una soluzione”.










