Giovani che vogliono cambiare quello che proprio non va dove si ritrovano per stare tutti insieme: una iniziativa che mette in risalto la forza delle nuove generazioni che, aiutate dagli esperti, vogliono emergere e prevalere sulla parte negativa che ha caratterizzato i fine settimana precedenti.
A una settimana dall’accoltellamento tra due minorenni di 15 anni nel quartiere Marina, ieri sera l’area si presentava profondamente trasformata. La presenza delle forze dell’ordine è stata imponente e capillare; i giovani presenti nella fascia oraria tra le 15:00 e le 21:00 si sono ridotti a circa una cinquantina, in gran parte sobri.
In questo contesto, gli operatori di strada – psicologi IFOS – hanno attivato un momento di riflessione con i ragazzi, proponendo l’uso di cartelloni per esprimere pensieri e posizioni sull’accaduto. I pannelli, affissi tra piazza Sant’Eulalia, via Sicilia e via Napoli, hanno raccolto messaggi lasciati in forma anonima sotto la dicitura “Fai sentire la tua voce”.
Alcune delle frasi emerse: “Basta girare armati, poteva scapparci il morto per una ragazzata!”.
“Hai perso nel momento stesso in cui hai tirato fuori il coltello.”
“I problemi si risolvono parlandone, non con le lame.”
“Se provochi, è normale che poi reagiscono… ma non così!”.
“Anche se ti provocano, reagire accoltellando è esagerato.”
Dalle dichiarazioni raccolte emerge una condanna unanime dell’uso della violenza armata. I conflitti, secondo i partecipanti, andrebbero affrontati attraverso il confronto verbale o – in casi estremi – fisico, ma senza il ricorso a coltelli, tirapugni o altri strumenti contundenti. Una parte dei ragazzi ha richiamato l’attenzione anche su dinamiche di provocazione da parte della vittima, pur riconoscendo in modo pressoché unanime la sproporzione della reazione.
Alla domanda sul perché continuino a frequentare la Marina nonostante i fatti accaduti, molti hanno risposto che non saprebbero dove altro andare. Il quartiere, pur con le sue criticità, rappresenta per loro uno spazio accessibile, centrale e ricco di opportunità di socializzazione. Questo dato evidenzia la mancanza, percepita o reale, di alternative aggregative nel tessuto urbano circostante.










