Cagliari al buio: quando il capoluogo somiglia a un paese abbandonato
Cagliari, città di mare e capoluogo della Sardegna, abituata a mostrarsi viva, luminosa e ricca di movimento, negli ultimi mesi sta vivendo una situazione anomala: intere vie, quartieri e arterie centrali rimangono al buio per giorni, talvolta settimane. Un disagio che sta alimentando sconcerto, rabbia e un diffuso senso di abbandono tra i cittadini.
Via San Benedetto: simbolo di un problema che non è più isolato
L’ultimo caso eclatante riguarda via San Benedetto, una delle strade più note e frequentate della città.
Una via lunga, centrale, ricca di locali, fermate degli autobus, costantemente attraversata da pedoni e automobilisti.
Eppure, nonostante il suo ruolo strategico, per giorni è stata completamente al buio.
I lampioni spenti hanno trasformano la via in un corridoio cupo, poco sicuro, dove chi attende il bus sotto la pensilina si sente esposto e vulnerabile.
Un tempo questo tipo di disservizio riguardava solo le periferie. Oggi invece si espande anche nel cuore pulsante della città.
Non solo San Benedetto: un elenco che si allunga ogni settimana
La situazione sta diventando generalizzata. In appena pochi giorni sono state segnalate criticità anche in via Petrarca, via Cavalcanti, via Machiavelli, via Mercalli, tratti di viale Marconi, via Scano.
E molti cittadini ricordano come addirittura viale Poetto navigasse nel buio da mesi — quasi due anni, secondo alcuni residenti — con lampioni fuori uso lungo un tratto di quasi due chilometri.
Non si parla quindi di viuzze periferiche, ma di arterie trafficate, quartieri residenziali, zone centrali dove il flusso di persone è costante e il buio rappresenta una vera minaccia alla sicurezza.
La voce dei cittadini: tra indignazione, paura e ironia amara
Sui social e nei gruppi di quartiere sono fioccati testimonianze, foto, video e commenti che tratteggiano una città sempre più disillusa.
C’è chi ha denunciato il disagio quotidiano: “Non si può aspettare l’autobus nel buio totale, è pericoloso.” Oppure: “Sembra di essere in un paese dimenticato, non nel capoluogo.”
C’è chi ha puntato il dito verso la mancanza di manutenzione e di programmazione. E poi c’è anche chi ha provato a sdrammatizzare con sarcasmo: “Stanno risparmiando per farci pagare meno la spazzatura che peraltro così non si vede”. E, poiché si è vicini al Natale: “Le tengono spente così poi le luminarie di Natale si notano di più.”
Battute amare, che però riflettono una realtà: la pazienza sta finendo.
Un capoluogo lasciato nell’ombra
Il buio non è solo assenza di luce: è mancanza di sicurezza, di cura, di attenzione.
Una città come Cagliari, che dovrebbe brillare — nel turismo, nella cultura, nella vivibilità — si ritrova invece oscurata da disservizi gravi e ripetuti.
La percezione dei cittadini è chiara: Cagliari somiglia sempre più a un paese trascurato, non alla città moderna che dovrebbe essere.












