Argenti, bomboniere, dolci, liquori, mobili. Tutti oggetti che, di norma, non possono mancare in una casa. Ma che, a quanto pare, nel 2019 non tirano più. O, se tirano, si acquistano in rete e non nei negozi. È questa, in sintesi, la ragione che ha portato Sandro Rattu, 68 anni, a dire basta. Vanna, emporio aperto nel 2006 sulle ceneri di un panificio in via Cocco Ortu a Cagliari, chiude per sempre il trentuno dicembre prossimo. Un altro negozio che scompare e un imprenditore che, seppur già in pensione, è amareggiato: “Non so se farò altro, i tempi prima devono cambiare”. Ma i tempi sono già cambiati, e oggi molti preferiscono la “rapidità” di internet. Rattu, questo, lo sa, e l’ha provato sulla sua pelle: “Non posso tenere aperto se poi la gente entra solo per fare le fotografie” ai prodotti esposti “e poi confrontare i prezzi su Amazon. Le città mercato hanno prezzi più competitivi ma non per colpa nostra”. E poi, immancabile, tra le ragioni della chiusura di Vanna c’è anche “la crisi, la gente non ha più i soldi di prima”. Musica cambiata rispetto agli anni Trenta, quando il padre Mario aveva aperto, in via Angioy, la primissima rivendita di famiglia. Nei decenni successivi la palla è passata proprio al figlio Sandro: “Sono arrivato a dare lavoro anche a trentasei persone, poi pian piano le ho dovute licenziare”.
E, di pari passo, ha dovuto cedere o vendere le attività: “In via Crispi avevo Delizia, mentre in viale Bonaria ho affittato, da circa sei anni, a dei cinesi. Loro stanno andando benissimo e spero che continuino, così almeno mi pagano”, osserva l’imprenditore. E, dopo il panificio e Vanna, l’anno nuovo potrebbe portare all’apertura di un altro negozio, lì in via Cocco Ortu: “Il locale è mio, arriverà qualcun altro”, ma il nome è top secret. Di sicuro, però, non si venderanno più cornici e servizi da tavola in argento o bottiglie di liquori: “Il rione di San Benedetto è diventato un parcheggio-dormitorio”, afferma Rattu. Le ragioni della chiusura di Vanna “sono molte” e ci rientra anche l’ormai inflazionata “burocrazia”.








